Sporco Impossibile è sinonimo di un incrostazione che ti si schiaffa nella pelle. Una grossa macchia che lascia le sue tracce anche dopo molti lavaggi. Sporco Impossibile si fa promotore di serate e di band che hanno a che fare con il mondo indipendente, band di grandi qualità spesso e volentieri sottovalutate a favore invece di qualcosa che fa tendenza. La serata di chiusura organizzata al circolo ha visto protagonista della scena i Volcanoman, Canadians, Fake P e Rodion. I primi vengono da Roma e fondono nel loro sound una serie di generi tra i più disparati, dal rap rock che molto ha a che fare con gente come i Rage Against the Machine sino ad arrivare a coretti in falsetto dal sapore pop. I quattro sprigionano una grande grinta ed energia e coinvolgono tutto il pubblico nel loro delirio. Con i Volcanoman si balla e si poga con delle melodie aggressive e travolgenti. I Canadians sono tutta un’altra storia. Vi ricordate il primo disco dei Weezer. Ecco io quel disco l’ho divorato. Le musichette che strizzavano l’occhio al grunge e al rock’n roll degli anni ‘50, i mitici ritornelli come quello di Buddy Holly. I Canadians sembrano dei Weezer camuffati da Beach Boys o, azzardo, dei Grandaddy che fanno l‘eco ai Built to Spill, è irresistibile non cantare con loro e le canzoni non si limitano al solito schema strofa – ritornello, la struttura di ogni composizione si dilata e va in crescendo. I Fake P sono la svolta della serata. Dal vivo sono ancora meglio che sul disco. Si scambiano spesso gli strumenti e paiono concentrati. Danno origine a una sorta di teatrino electro pop con trombe di varie dimensioni, tastiera, chitarra e basso, Qwerty è un pezzo spettacolare che ci trasmette delle sensazioni profonde. Una bella performance che arriva al suo culmine con l’ingresso sul palco dei Canadians per un hand-clap che fa da sfondo ad una ballata solo voce e chitarra. Giungiamo al termine con Rodion e la sua elettronica tutt’altro che minimale. Un poco di french touch e in tasca l’ethos “harder-better-faster” (più duro-più bello-più veloce). Si balla sino alla fine e s’abbandona il club con tanta speranza per la musica italiana. Di gruppi che spaccano c’è ne sono tanti nel nostro bel paese e per fortuna c’è qualcuno che ci crede, in tutti i sensi.
(Tommaso Floris)