Lu-Po è il nuovo pseudonimo/anagramma del compositore cagliaritano Gianluca Porcu, con cui presenta il suo nuovo album, Stendere la notte, soundtrack del film (in uscita) di Carlo Sarti “L’eredità è dietro l’angolo”. Ascoltare l’album prima che i brani musicali siano legati a inquadrature cinematografiche è l’occasione per misurare la capacità evocativa e l’autonomia del linguaggio dell’autore. Non è la prima volta che Porcu si confronta con colonne sonore, la sua abilità nel lavorare per le immagini e il movimento è forte dell’esperienza con il teatro di Emma Dante e il cinema sperimentale di Masha Godovannaya.
La partenza è travolgente. Giostra, dalle influenze folk balcaniche e minimaliste. Una dolce melodia e una ritmica nervosa. Nel duetto fra ottoni e piano, Bregovic incontra Nyman, Underground lo Zoo di Venere. Composizione che procede secondo la lezione minimalista per nuclei tematici elementari, per variazioni e contrasti, rielaborando materiali eterogenei. Porcu raccoglie suggestioni dal suo punto d’osservazione, come il Tin Hat Trio fa dalla California, o Devotchka e Beirut in ambito indie/alternative.
In Nostalgia delle stelle la notte non è malinconica. Il trillato evoca lo splendore delle stelle, i fiati a tratti lavorano come un Glassworks in slow motion. Ne L’amore non aspetta si riaffaccia ossessivo il piano, incalza, sostenuto da inserti di elettronica; poi tutto si distende al suono del violino. Tante scene differenti, tonalità, colori. Un disco molto bello, di respiro internazionale e grande sensibilità musicale.
di Alberto Sartore