THE POND
One Little Indian – 2012
Album di debutto per il trio inglese The Pond, con la voce di Kathryn Williams a farla da padrone e un contorno di loop, chitarrine e batterie sintetizzate, a creare complessivamente un’atmosfera sognante.
Molte delle canzoni sarebbero perfette per un film. AIM la vedrei bene sui titoli di coda di un Almodòvar, e questo è sicuramente un pregio. Un difetto molto grande dell’album, invece, è la mancanza totale di “apertura” dei brani, fissi sulla melodia o sul motivo iniziale, senza mai creare una variazione o un cambiamento netto che possa dar “respiro” all’insieme. È proprio questa mancanza di particolarità a non permettere ai brani di rimanere impressi nella mente. L’album scorre veloce, piacevole da ascoltare, ma manca quello spunto che possa ronzarti nel cervello per ore o per giorni. La voce e alcune tracce ricordano Norah Jones (ho in mente Sunrise), ma prive della forza dell’artista americana, forse perché i Pond non sembrano avere una chiara via da percorrere, suonando tra folk/pop e ambient e riempendo il suono di effettini sintetizzati che non rendono molto né per l’uno né per l’altro genere.
L’unico grande stacco – forse eccessivo e un po’ fuori tema – è rappresentato da BeBop in cui la voce della Williams si alterna a un rap molto incisivo che nel ritornello riprende le parole della celeberrima Be-Bop-A-Lula di Gene Vincent, rivisitata praticamente da tutti i grandi del rock. Essendo un album prettamente folk e di ambiente, che il momento saliente sia marcato da un rap non è proprio un buon segno; ma se siete dei cineasti e state cercando musiche per la vostra opera, date un ascolto attento a questo lavoro.
VOTO: 6/10
Piergiorgio Castaldi