14/16 Agosto @ Calcata
Giunto alla terza edizione il Calcatronica promette di figurare ben presto come la calamita polare del ferragosto romano. Dal 14 al 16 agosto a Calcata è stata sferzata da un filo di corrente alternata tranciato che ha sferzato tutta l’area di scariche elettriche, notte e giorno, con il solo intento di appagare orecchie scariche.
Il vero festival di musica elettronica nel ferragosto romano! Svoltosi a pochi chilometri dalla capitale, nel borgo di Calcata vecchia e nuova, i cui ideatori sono stati Amptek, produttore e videomaker romano collaboratore di diverse radio come la romana Radio Città Aperta e John Arnold “Spectrex” un batterista newyorkese passato all’elettronica restando batterista, già osservato in azione presso il teatro Lo Spazio nelle serate di Musica Machina Nello Spazio. L’evento è stato di per se molto difficile da rintracciare, e a ben ragione, del resto solo così si poteva scremare da chi avesse travisato che l’accoppiata musica elettronica/ferragosto in questo caso non rappresentava l’ultima chance 2015 di trovare un posto ballereccio, finalizzato solo allo “scusacometichiamimadaiancheiosonopesci”. Così non fosse di certo avrebbe meritato sicuramente un passaparola più ampio. L’evento si spandeva per l’interezza di Calcata, vecchia e nuova, in diverse location tutte molto evocative come chi conosce la cittadina può benissimo immaginare. I primi due giorni la scena si è svolta nell’anfiteatro romano, ma di costruzione recente, della città nuova dove si poteva assistere al susseguirsi degli sciamani delle manopole intenti a tirar fuori questa o quella sonorità agitando levette e potenziometri. I beat erano solo che accennati, l’attitudine al ballo del pubblico inibita, la mia soddisfazione già in salita. Nello stand a bordo palco invece H501L intratteneva sapientemente nei cambi palco che per lo più si limitavano ad attaccare qualche jack da qui a li, spegnere una ciabatta per attaccare un proiettore, misurare la resistenza, chiudere un circuito, spegnere l’amperometro. Le solite cose da elettricisti insomma. Per lo meno fino alle 22 dove com’è giusto che sia l’atmosfera virava dalla musica elettronica d’autore, nella declinazione della IDM ad una techno più ballabile, con buonapace del sottoscritto. Dopo la mezzanotte, scaldati gli animi l’epicentro si spostava a Calcata Vecchia attraverso una suggestiva discesa, che comunque al ritorno si ripresentava come salita per lo più ripidissima, discesa appunto che portava nel cuore della città vecchia illuminata per l’occasione e viva nella sua piazzetta, e nei suoi scorci più caratteristici di giorno che di notte e nei forni rifocillagioventù. Gli eventi proponevano una ramificazione in alcuni locali del posto che proponevano techno o ambient fino a sera tarda, ciascuno in linea appunto con locale, pieni fino a fuori che solo i migliori stambecchi di montagna avevano l’occasione di accapparrarsi qualche tavolo libero, per primi, a seguito del saliscendi di cui sopra. Nonostante tutto ho preferito di gran lunga l’atmosfera dell’anfiteatro, che a dispetto della città vecchia, dava musicalmente un’atmosfera più vera ed entusiasmante. Il terzo giorno è stato il più divertente, per lo meno per me. Mi è capitato di parlare saltuariamente con alcuni ragazzi che cercavano quell’accoppiata musica elettronica/ferragosto di cui parlavo nella scorsa pagina, mi dicevano della loro difficoltà a ballare su alcuni djset, che erano veramente tosti da farci qualche passo sopra e aspettavano con veemenza l’ultimo giorno per il “rave nel bosco”. Appena spiegatogli che l’ultimo giorno si svolgeva si nel bosco, ma di non aspettarsi il cosìdetto “muro di casse” i tre telarono armi e bagagli. Che forse alla fine qui ho alzato un po’ il tiro ma non potevo sapere. L’Opera Bosco, dove si svolgeva l’ultima giornata, è una specie di museo all’aperto con sculture lignee ed un percorso nella natura per visitarle tutte, l’arrivo in biglietteria era ormai un pro forma dato che ferragosto era ormai passato e chi arrivava erano ormai volti noti dei più interessati che avevano fatto l’abbonamento ai tre giorni ad ascoltare le serate. Una sorta di ritrovo più intimo per rilassarsi con della buona techno che proseguiva senza soluzione di continuità fino a tarda notte, dopo un piatto di pasta arrangiato, quando era ormai ora di staccare la spina a questa tre giorni di relax e ottima musica elettronica da ascoltare.Piccola nota a margine, il costo dell’abbonamento era di 20 euro circa per 3 giorni di musica piena. Costo che ho voluto sottoscrivere interamente senza provare a chiedere nemmeno un pass, poi era ferragosto volevo sentirmi più libero di ascoltare musica anziché seguire anche le conferenze inaugurali, che trattavano argomenti comunque interessanti. Realtà così reputo siano da sostenere, non voglio correre il rischio che non si ripropongano, il prossimo ferragosto romano.
Plasma