Beautiful Freaks 44 – Estate 2013 – di Lorenzo Briotti (lorenzobriotti@yahoo.it)
Se a cavallo tra la prima e la seconda metà dei Sessanta i grandissimi Remains, Rising Storm, Rockin’ Ramrods e Lost di un giovanissimo Willie Alexander rappresentavano il meglio che la città americana potesse offrire in campo frat-rock e garage, sul finire dei Sessanta la civilissima e molto europea Boston ha la sua scena di rock psichedelico.
Si tratta di gruppi che, a differenza del sound californiano o di quello di Detroit, appare però molto differenziata. In realtà, il termine “Bosstown Sound” viene creato da Alan Lorber della MGM, produttore che nel gennaio del 1968 cercava un modo efficace per lanciare tre gioiellini dell’etichetta: Beacon Street Union, Ultimate Spinach e Orpheus. Con questo termine si voleva creare una sorta di risposta a quello che stava accadendo a San Francisco. Il termine dunque è puramente fittizio: con gli anni però ha preso la sua connotazione ed è stato utilizzato per etichettare la musica tra il 1967 e il 1970 di una città che, come sarà dieci anni dopo con il punk, era molto viva. Vediamo alcuni tra i più importanti esponenti del Bosstown Sound.
Beacon Street Union: Gruppo dal sound buono e anche se un po’ frammentato che spazia dal rock acido al blues-rock fino a qualche arrangiamento orchestrale. Nel secondo album una versione di “Baby Please Don’t Go” dura 16 minuti. Da non perdere anche gli Eagle, seconda versione della band che nel 1970 registra “Come Under Naney’s Trent”, interessantissimo album di hard rock psichedelico.
Gli Ultimate Spinach nascono nel 1968 e registrano tre album. Guidati da Ian Bruce-
Gli Orpheus registrano tre album e rappresentano l’anima più commerciale tra i gruppi della MGM. Non mancano tuttavia anche qui brani interessanti soprattutto nell’album “Orpheus”, il primo, registrato nel 1968.
Oltre ai gruppi della MGM il Bosstown Sound, come detto, offre una lunga lista di band. Ecco le più importanti.
Eden’s Children: hard rock psichedelico, due album tra il 1968 e il 1969.
Listening: Un album acido uscito nel 1968 ricordato per largo uso di Hammond B-2.
Ill Wind: Il loro album “Flashes” è molto bello. Anche qui lo stile è simile a quello che stavano facendo i Jefferson Airplane dall’altro lato dell’America. Stesso discorso vale anche per altre tre band della città: i gradevolissimi Art of Lovin’, i Fort Mudge Memorial Dump e i St.Stevens hanno infatti un suono molto californiano.
Earth Opera: band famosa se non altro perché sotto contratto con l’Elektra. Due dischi che spaziano dal jazz, al country, al rock.
Phluph: I Phluph registrano un album nel 1968 che contiene la grandiosa “Dr Mind”.
Apple Pie Motherhood Band: due album molto ben riusciti, registrati tra il 1968 e 1969.
Tangerine Zoo: due dischi per la Mainstream nel 1968. Grande uso di organo e di fuzz.
Ford Theatre: il nome ricorda il luogo in cui Abramo Lincoln venne assassinato. Due album tra il 1968 e il 1969. Fantastico “Trilogy For The Masses”. “Time Changes” è un’opera-rock.
Quill: l’omonimo album dei Quill esce nel 1970. Disco di psichedelia “ordinaria” che in alcuni brani ricorda sonorità progressive.
Bead Game: due album tra il 1968 e il 1970. Molto interessanti.
Puff: i Rockin’ Ramrods post-garage. Da sentire.
Bagatelle: un progetto “blue-eyed soul” a cui partecipa Willie Alexander. Bel disco.
Flat Earth Society: il gruppo venne sovvenzionato da una compagnia di caramelle. L’album esce nel 1968 e si fa apprezzare.
Bear: il loro album “Greetings children of paradise” uscito nel 1968 per la Verve è favoloso.
Teddy and the Pandas: band molto pop. Il disco è del 1968.
Chameleon Church: il disco omonimo del 1968 è un grande album di “sunshine pop”.
Timothy Clover: Con “The Cambridge Concept “ Timothy Cliver prova a realizzare, riuscendoci, la sua versione di Sgt. Pepper’s dei Beatles.