Samaris

Mentre il gruppo sta mangiando una pizza pre-concerto a Roma, Beautiful Freaks sfrutta l’occasione di parlare dell’ italo-disco, ‘emotional techno’, scogliere di seta, e la loro bella Islanda.

Samaris, un gruppo con un arrangiamento strumentale interessante, è composto dal cantante Jófríður Ákadóttir, il clarinettista Aslaug Magnúsdóttir e Þórður Kári Steinþórsson alla parte elettronica. Il gruppo, che esiste da 2011, è giovane, come i suoi membri. Aslaug e Þórður si conoscono da quando avevano sei anni. Aslaug e Jófríður, invece, si sono incontrati alla scuola di musica. Le due ragazze, ci dicono, volevano fare ‘qualcosa di diverso’ invece di studiare Mozart, e iniziare a creare.
“Allora abbiamo contattato Þórður, perché sapevamo che lui era bravo a fare i remix.”
Þórður: “Io in quel periodo ascoltavo soltanto rock – soprattutto The Doors. E sarei diventato omosessuale per Jim Morri-son. Però, ad un certo punto, il mio periodo rock si è sviluppato in un fase italo-disco, che, a proposito, non ho ancora sentito qui in Italia!”
Aslaug: “Oh, ma allora che era quella musica di ieri sera?”
Þórður: “Beh, eravamo in discoteca, ed eravamo in Italia, ma non era italo-disco”.
Aslaug dice che è “probabilmente solo grazie alla fortuna” che fanno già così tanti tour in Europa.
“Abbiamo firmato un buon contratto discografico, con la One Little Indian Records a Londra.”
Jófríður non è d’accordo, con aria sognante:“No… penso che sia perché facciamo quello che ci piace, perché lo vogliamo condividere con gli altri. Siamo dove siamo perché vogliamo farlo.”
Che cosa ci possono raccontare su Silkidrangar (che significa ‘Scogliere di seta’), il loro nuovo e secondo album che è uscito questo maggio?
“Il primo album è stato ‘solo’ una combinazione di due EP che abbiamo registrato allo studio di Sigur Rós e che abbiamo rilasciato dopo aver vinto il concorso musicale Músíktilraunir nel 2011. Silkidrangar è un album più ‘composto’. Ciò che rende diverso quest’album rispetto al primo è il fatto che le canzoni su Silkidrangar erano già registrate l’anno scorso.
Il gruppo non era soddisfatto. Sono tre perfezionisti, potete starne certi!
“Abbiamo trascorso un anno facendo le ri-registrazioni fino a quando siamo finalmente rimasti soddisfatti,”ci dice Þórður.
Naturalmente, vogliamo anche sentire tutti i dettagli piccanti della loro vita all’interno della band. Come funziona la trialettica del gruppo?
Jófríður: “Ovviamente abbiamo tutti diversi background, diverse preferenze musicali, quindi ciascuno porta la propria influenza sulla nostra musica. Non c’è assolutamente un leader del gruppo. Questa è una band, una conversazione, una cosa che cresce con-tinuamente. Ci vuole un pò di fine-tuning, alcuni esperimenti, ma alla fine siamo tutti uguali.”
Þórður:
“Penso che sia questa la magia. Io non avrei mai fatto questo tipo di musica, se non fosse per gli altri.”
“Ed io sicuramente non avrei suonato il clarinetto elettronico!” esclama Áslaug.
I testi di Jófríður, manipolati sul palco in un processo creativo diretto dal pannello di controllo dell’Ableton di Þórður, hanno un suono ancora più inquietante. Tutti i testi dei Samaris sono poesie romantiche islandesi del 19° secolo.
Jófríður:
“Parlano della natura, il dramma, sono descrizioni di cose belle! Noi descriviamo il nostro proprio ‘genre’ sempre come ‘emotional techno’ per questo.”
Utilizzando la poesia del 19° secolo, la giovane band ha trovato un ottimo modo di piacere a tutte le generazioni.
“I nostri nonni conoscono tutte le poesie islandesi di cuore. E i giovani si sono, a quanto pare, affascinati alla nostra musica. Queste poesie sono sempre state cantate da cori maschili. È così strano sentire la versione originale delle poesie dopo che le abbiamo usate nella nostra musica! Assumono un significato completamente diverso nelle due diverse situazioni!”
Se si sentono molto islandesi nella loro musica? Jófríður dice che le piace cantare nella propria lingua.
“L’Islandese è una lingua con molta enfasi sui suoni, come per esempio ‘rrr’ e ‘’hhh’. Penso che questo si adatti molto alla nostra musica, perché la lingua, come la nostra musica, può essere molto ruvida.”
Þórður aggiunge che crede
“Che il leitmotiv della natura nella nostra musica è probabilmente nella nostra natura interna”,
ma Aslaug risponde con un sarcastico“Oh dai, non esageriamo! Non stiamo suonando sui geyser come le streghe.”

Quindi, Samaris, volevate fare ‘qualcosa di diverso’ eh? Ci siete riusciti. Il vostro sound è straordinario, per non dire altro. La vostra musica atmosferica e misteriosa mi ricorda d’immagini di elfi nelle foreste e ninfe che giocano sulle rive del mare nei pressi della vostra Reykjavik. Direi che non sono ninfe e folletti molto simpatici. Forse la parola ‘sirene’ sarebbe più appropriata. Questi tre giovani dovrebbero essere presi veramente sul serio nella scena musicale d’atmosfera. Hanno già un suono molto autentico e raffinato: l’unica cosa a cui devono stare attenti è di non diventare semplicemente noiosi. Il loro sentimento di nostalgia e di magia può sembrare un po’ artificiale, e dopo un po’ tutte le canzoni sembrano le stesse, un fenomeno diffuso nella musica d’atmosfera. Adesso tutti e tre dicono che vogliono volare più in alto: la loro amata Islanda è un’isola abbastanza ristretta. Si spanderanno le ali, diventeranno delle sirene e incanteranno il mondo!

A cura di Zephyr Brüggen