Calvino

Occhi pieni occhi vuoti, il prestigio quotidiano della presenza e dell’assenza in questa seconda opera prima di Niccolò Lavelli, che nel 2011 aveva licenziato a suo nome l’ottimo Ep d’esordio Giuda. Rinunciare alla propria firma significa non rinunciare alla possibilità di reinventarsi ma anche voler essere, programmaticamente, progetto di se stessi. Ci si rende invisibili per guardarsi attraverso, e anche gli arrangiamenti lavorano sulla trasparenza per costruire un ambiente musicale rarefatto, pulitissimo e come vetrificato. Quattro brani splendidi, da pensare – ci suggerisce Lavelli – «come un quadrato dal contenuto vuoto». Enorme l’impatto emotivo dell’iniziale Nella città, bolide di spessore granitico ed inusitata bellezza, la cui luce si proietta per tutta la breve durata del disco. L’amore in aria è il primo singolo estratto dall’album, leggero quanto basta a viaggiare bene in filodiffusione. Il remixaggio dal precedente lavoro della dolorosa Il clochard e la Senna testimonia la continuità dell’autore nel costruire testi che percorrono una vena immaginifica a tratti surreale, sua propria cifra stilistica. Chiude un lavoro originale e personalissimo la più complessa I fantasmi, piccolo gioiello di realismo magico per quella che si rivela una prova musicale di grande qualità nonché un saggio di precoce maturità artistica.

 
di Fabrizio Papitto