Giorno 3 | 02.09.12
A Perfect Day in Verona! Un festival di tre giorni nel nord-est, in agosto come da consuetudine. La cornice è quella della corte interna del castello sforzesco di Villafranca di Verona che ha dalla sua l’impatto estetico e uno grande spazio, adatto a contenere il numeroso pubblico di questa tre giorni e tutti gli stand, tra cui quello di RadioRai che trasmette in diretta streaming l’evento.
Seguiamo questa ultima giornata di festival tra una folla di spettatori che si accalca fra le mura. Chiedendo in giro in molti hanno confermato una grande presenza anche nelle prime due giornate, e ciò lo avrei potuto dedurre anche soltanto osservando il manto erboso, dal sapore di festival nord europeo: grandi chiazze di fanghiglia qua e la (ma non così fastidiose da impedire alla gente di stendersi tra un cambio palco e l’altro, con una buona incerata da battaglia..!).
La lineup dell’ultimo giorno è formata dagli inglesi Alt-J, veramente una bella scoperta per i pochi spettatori entrati già dall’apertura cancelli: orario di inizio 5 del pomeriggio circa.
A seguire i dEUS, formazione belga, che si è incaricata di scaldare il pubblico che cominciava a sgorgare come ruscello in piena dai due ingressi. L’acustica era veramente soddisfacente praticamente in qualsiasi punto, ovunque. Era soddisfacente anche nello spazio antistante i paninari, attrazione che ha decimato il pubblico durante l’esibizione di Mark Lanegan tenutasi a ora di cena… L’istrionico ex Screaming Trees e QOTSA ha richiamato all’appello qualche mangereccio fan in fila con il suo rock sferzante, proponendo vari brani del suo ultimo acclamato cd, ma tutto inutile, e complice l’orario un po’ sfortunato, ha concluso la sua esibizione forse anche un po’ in anticipo.
L’attesa per i Sigur Ros così cresceva, e per un’ora di attesa nient’altro poteva fare, ma quando la band Islandese capitanata da Jonsi è salita sul palco si è levato un grido di sollievo, prontamente registrato e campionato, riproposto con ironia diverse volte nel concerto. A dividere il palco le colorate Aminaa, ormai parte integrante delle loro esibizioni, come Untitled #8 che ha aperto il concerto in una versione riarrangiata e poi lo ha chiuso nella sua versione originale, testimoniando l’attaccamento live della band a questa canzone. La scaletta ha soddisfatto quelli che si aspettavano i loro successi, andando a pescare dai loro primi tre album la quasi totalità delle canzoni a eccezion fatta per Staralfur, a lungo invocata da qualche fan dell’ultima ora. Le loro atmosfere ben si amalgamavano con la location, scelta molto azzeccata. Molto meglio che per gli altri gruppi e difatti, seppur nessuno abbia deluso, se non il buon Lanegan, i Sigur Ros sono stati gli indiscussi dominatori dell’evento.
ANDREA PLASMA