The Cyclops

…FOR A HAPPY DECLINE

Woodworm/Audioglobe, 2012

Vengono da Arezzo e per il loro album di debutto ci portano otto tracce intrise di garage pop/punk, con evidenti debiti di suono agli Strokes e a tutto il filone che ne è conseguito: potente la batteria sempre molto presente, ma mai intrusiva, che sostiene l’alto ritmo imposto dal genere, le chitarre piene di riff molto ben strutturati e un basso distorto quanto basta fanno sì che questo quartetto aretino tenga alto il buon nome del genere.
Purtroppo però il campo è oramai sfruttatissimo e riuscire a creare qualcosa di nuovo è molto difficile, e nonostante l’ottima dose di energia che si sente uscire da tutti i pits di questo disco, l’originalità non può esserci.
Le prime sei canzoni sono veloci, molto orecchiabili e con ottime melodie, come A clockwise world o Trapped!, con testi che mostrano una voglia di uscire dal piccolo mondo cittadino e da questa crisi della società moderna. Gli arrangiamenti sono ben fatti, con suoni curati anche se un po’ banali.
Le ultime due tracce, New York City e Rubbish heart, sono invece più originali, e rappresentano, specialmente la seconda, il punto più alto del lavoro, forse perché si rallenta un po’ e ci si ferma a pensare anche al suono e non solo a tenere alto il ritmo (la prima mantiene comunque i beat molto alti però con un buon cambio nel ritornello). In Rubbish heart invece tutto sembra quadrare: il suono è più ricercato, non c’è una velocità smodata, e si lascia tempo all’ascoltatore anche di apprezzare suoni e testi. Insomma penso che i ciclopi dovrebbero seguire questo ultimo loro pezzo per costruire una strada più personale e più incisiva.

Voto: 6.5

Piergiorgio Castaldi