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BloodySound Fucktory, 2012
Potrei direttamente citare qualche frizzante uscita del ‘Drugo’ Lebowski, per togliermi l’affanno delle prime righe. Loro citano, quindi già creano un determinato immaginario, un umore, eccetera, io potrei citare a mia volta. Ma No. Di cinematografico già c’è abbastanza, facciamo che vi racconto un po’ di loro: i Lebowski già ‘erano’ dall’inverno 2008, quello di ‘The Best Love Songs Of The Love For The Songs And The Best’; poi hanno ri-trovato Nico dopo aver percorso lo stesso quartiere contromano, per vie diverse. Nico non è una donna, è un effettista che ha reso il post-sbornia un’esperienza ancora più estraniante. E poi la memoria insegna, sta bene in copertina quel nome. È mattina al sintetizzatore, che entra nelle orecchie e confonde l’eco delle chitarre; era notte di bagordi. Chitarre funky, chitarre taglienti all’occorrenza, che incidono ritmi ciclici sui quali due spallate, già le puoi dare. Lo speaker sa essere irriverente su questo tappeto, forse fin troppo penalizzato nella qualità audio, che ha limitato varie frequenze del cazzeggio acuto, come ispirato. Il caffè amaro del secondo risveglio arriva da una batteria dai bpm elettronici, drum’n’bass per intenderci, che offre spunti interessanti per che so, un bel giro in macchina. Bei pezzi ripeto, che sono quasi già spot. Lo so volete un po’ di referenzialità. Ci metto Elio e le storie tese, Subsonica, Talking Heads e immagino qualche droga. Suggeriscono ironicamente.. Perché infondo, sono molto sottili. Nelle parole non c’è solo l’instancabile pigrizia di tutto sommato, molti, tra di noi.. L’instancabile distanza ironica da un intorno troppo plastico. Sti ragazzi si concedono un ‘west’ elettronico e occhiali da sole alla mano, osservano con lenti colorate ‘IL’ film in bianco e nero. Questo.
Voto: 8
Pablo