Grenouille

IL MONDO LIBERO

Milano Sta Bruciando, 2012

Metto su il disco dei Grenouille. Dopo il sample iniziale parte il chitarrone distorto veramente cattivo. “No, aspetta ora un disco grind-core proprio non ce la facc… ah no, aspetta…”. Con l’ingresso della voce tutto acquista un senso in D.S.M., una canzone d’amore e turbe psichiatriche che non incarna certamente il concetto di senso logico. L’impatto è grandioso (certo con una batteria così è facile). La prima traccia è forte, la seconda è il singolo con suoni da singolo vestito da singolo (corredato di video) Poveri Suonatori, dissertazione satirica sulla condizione del musicista italiano (Graham Coxon ospite immaginario; voi direte “che c’entra?”, eh c’entra, c’entra…), classico pezzo da strumming sul letto in cameretta, unstoppable (magia dei campanacci), che finisce inevitabilmente con un accordo di settima. Coinvolgente. Poveri Suonatori fa seguito al primo singolo La Droga Più Pesante, lamento nichilist. La terza traccia è Binario 21, in onore dell’antico binario della stazione di Milano dal quale partivano i convogli diretti ad Auschwitz, e qui l’atmosfera si fa invece più ovattata, quasi nebbiosa. Le prime tre canzoni sono paradigmatiche: il disco, che beninteso, è un disco hard-rock, è variegato, ironico, ma sicuramente non criptico, non ermetico, lascia spazio all’italiano meno lirico, meno nobile, più ruvido e quotidiano, ma non per questo meno suggestivo. Un disco quadrato, quello della band milanese, registrato e prodotto davvero bene (forse troppo bene) presso il Nookstudio di Cleveland, OH, che parte all’attacco per poi rivelarsi molto più introspettivo ed aperto a grandi spazi sonori. Da segnalare in chiusura la commovente outro La Fine Del Mondo. Una scoperta interessante.

Voto: 6.5

Bernardo Mattioni