RADICI E FIORI BIANCHI
New sonic records, 2012
Cambio di rotta per il chitarrista romano Luca Cartolano, che dopo le esperienze negli Aphorisma e Viva santa claus decide di dedicare un cd all’uso e consumo di un synth. Un disco che segna forse un momento di rottura o di scoperta vedendo il suo repertorio passato punk/rock. Nelle prime tracce come detto il synth la fa da padrone, ma la scelta è ponderata in quanto queste sonorità ben si adattano al timbro di voce leggermente ovattato di Cartolano. E giù quindi a creare maestose nuvole di organi dove ci si adagiano sopra angeli che si divertono, accompagnato da basso e batteria, andando a spaziare da un synthrock a matrici sonore alla Battiato di una trentina di anni fa. L’album si conclude in maniera graffiante, come è intrinseco nella tematica del rapporto a due che cerca di emergere a volte con difficoltà nei testi, ed ha il rovescio di non mantenere il climax della composizione globale. Si riemerge da questo cd a secchiate fredde di rock o forse era questo l’unico modo per farlo.
Voto: 6.5
Plasma