3
Stop!records, 2012
Terzo lavoro per il quartetto riminese che conferma alcune caratteristiche delle precedenti fatiche: i testi cantati in italiano ed estremamente ridotti, ma non per questo meno efficaci, anche grazie alla voce evocativa di Fabio Celli, usata come strumento supplementare, l’utilizzo di strumenti non amplificati e lavorati successivamente in fase di produzione e la massiccia presenza di effetti come loop, pitch shift e delay, assemblati e lavorati in fase di mixaggio tanto da farne una parte compositiva essenziale nel sound elettronico dei delay_house. Il risultato è solo apparentemente minimalista, al contrario la frequenza e le variazioni delle ripetizioni arricchiscono la struttura melodica e la componente ritmica dei brani. L’assenza delle strofe e del ritornello lascia spazio all’andamento e al fluire degli effetti elettronici, qui più dinamici e alterati che in passato. Ed è qui la novità di questo ep rispetto alle fatiche precedenti. Si sente l’influenza dello shoegaze, da Spacemen 3 a Lali Puna, più energico e intenso, pur senza creare un muro di suono monotono e uniforme. Solo alla fine del disco viene lasciato spazio ad un brano Chessaradinòi, la composizione più lunga di tutto il disco, più sognante e malinconico. I pezzi variano di atmosfera e suggestione: dal post punk di Parlami, insistente e cupa, a Ti saluta Giulia, caratterizzata da un synth e chitarra acustica, al dark wave di Ora, ancora, vera apertura del disco. Tag ed E sono infatti solo due brevi introduzioni. Perché, più rumoristica e psichedelica, probabilmente è il pezzo migliore di 3. Nel complesso un’opera interessante e piacevole da ascoltare, breve, nemmeno 18 minuti, ma niente affatto scontata e che anzi necessita una particolare attenzione per coglierne le tonalità e le sfumature, a volte solo accennate. In questo sta forse il limite del disco, nello sviluppo mancato di alcuni momenti musicali e compositivi, che restano, come dire, in superficie. Ma questo è il codice stilistico del lavoro, votato più all’astratto e alla suggestione della ricerca e della creazione artistiche, che alla formalità e alla certezza delle espressioni linguistiche. Di certo si tratta di un disco di crescita, i delay_house sono attesi ad una conferma sostanziosa.
Voto: 6.5
Vincenzo Pugliano