HOPE AND FAITH Ep
Autoprodotto, 2012
Riportare sulla bocca della gente parole come “Fede” e “Speranza” è tutt’altro che un’operazione scontata, negli anni in cui volgere lo sguardo in avanti non lascia intravedere altro che nebbie di mistificazione. L’operazione intellettuale alla base di Hope and Faith, secondo EP della formazione pesarese Seaside Postcards, è profonda e dis-/u-topica. I Nostri suggeriscono vaticinazioni laiche di uomini e donne che distruggono i proprio templi, invece di ergerne di nuovi, calandosi negli anfratti più reconditi del proprio essere. Stop. Anfratti più reconditi. È da qui che nasce tutto il contenuto di questo EP. Cinque tracce, che prendono il via dalle sonorità post-punk, in cui le voce spettrali, artefatte e rarefatte, sono accompagnate da lamentose chitarre con l’ossessione del delay. Pesaro 2012 come Manchester 1979, ma 2.0. Questo l’obiettivo delle Cartoline dal Mare. Per quanto riguarda la parte prima del “ma”, la missione può dichiararsi compiuta… Tuttavia, traslare l’Onda, estenderla, stirarla fino a 30 anni dopo non è affatto cosa semplice. Ciò sta a significare che il prodotto è godibile (ottima la shoegaze con groove Transition con la partecipazione di un’eterea Laura Casiraghi alla voce) e prende via con il passare dei secondi, sebbene l’impatto con l’album sia stato esattamente ciò che si voleva demonizzare nella presentazione: ennesima band epigona della Divisione Gioia. Alla distanza (seppur quella breve dell’EP) i Seaside Postcards riescono comunque a giungere a una buona conferma.
Voto: 6
Bernardo Mattioni