Dal nuovo progetto del romano Fabio Reeks Recchia non ci si poteva aspettare altro: da uno che di musica ne capisce, e che soprattutto ne ha suonata tanta (basti pensare ai suoi numerosi progetti, come Nohaybanda Trio o Germanotta Youth) non ti stupisci se continua a giocare con ruoli e personaggi. Non ti stupisci se ti crea un album dove suono e immagini vanno avanti a braccetto. Ed è tutto dire, visto che i concerti live sono veramente da assaporare. Ci troviamo di fronte ad un post-rock solo nella definizione, perché tra effetti elettronici e profonde influenze jazz, ne esce un lavoro complesso ma godibilissimo, dove non vi è mai un vero e proprio cantato ma più che altro frasi estemporanee che spesso non sono neanche completamente comprensibili. Il disco contiene sette tracce, partendo dalla ipnotica “Mrs Runciter”, con batteria e suoni elettronici in continua sovrapposizione, che viene poi ripresa dall’ultima “Q”, fatta di scenari profondi e suoni che accompagnano ad una chiusura interessante. In mezzo incontriamo suoni più funky, con “Sorbetto”, e sonorità decisamente più jazz come in “L’Africano”, che risulta sicuramente il brano più interessante e completo, e che ricorda immediatamente Coltrane. Ma la ciliegina sulla torta, come dicevamo, è “Joe Chip”, che, oltre ai ritmi post-punk epilettici e convolgenti, è accompagnato da un video, opera di Alessandro Rebecchi, assolutamente da vedere. Vorrei provare a dare una definizione a questo lavoro, ma mi sembra vano e riduttivo incanalare in un solo genere un’opera così complessa e così ben riuscita, vista la qualità tecnica dei musicisti, dotati di capacità improvvisativa fuori dal comune e legati dalla voglia di sperimentare. Ascoltare per credere.