Eccoli i genietti che potrebbero far arrossire qualcuna delle band emergenti del nostro bel paese. Intanto sono inglesi, e musicalmente questa caratteristica è già una garanzia bella e buona da non sottovalutare e in più questi “ragazzetti” sono veramente forti, in un solo anno hanno dato alla luce due lavori discografici eccellenti e molto, molto ambiziosi. L’uno quasi la continuazione del precedente, offrono così quella formula musicale fresca e facilmente ascoltabile da chiunque. Sicuramente non fanno nulla di così originale, ma il solito sfacciato rockettino che solo loro lo sanno fare in quella maniera così naturale. Chitarre elettriche che seguono i soliti accordi, la batteria che non sbava nemmeno un colpo, gli stessi arrangiamenti non sono poi così eccezionali, ma non sbagliano in niente, sono eseguiti essenzialmente senza strafare, solo in funzione della semplicità di ogni pezzo. Per lo stesso motivo “Summertime” è la traccia meno originale in assoluto, ma forse per questo rischia di essere la più bella in assoluto… a metà tra la profonda pulizia e il rigore dei Coldplay e la sfacciataggine artistica e leccaculo di Damon Albarn, per raggiungere quel suono perfetto a cui potrebbero ambire, bisognerebbe lavorare un po’ ad una dose, seppur minima di autenticità, altrimenti continuando in questa direzione si rischia di passare inosservati, e di farlo nonostante la bravura e il genio…beh, sarebbe veramente un peccato sprecare così tanta materia prima solo perché sia ha (seppure inconsapevolmente) la pretesa di emulare qualcun altro.