La partenza è travolgente. Giostra, dalle influenze folk balcaniche e minimaliste. Una dolce melodia e una ritmica nervosa. Nel duetto fra ottoni e piano, Bregovic incontra Nyman, Underground lo Zoo di Venere. Composizione che procede secondo la lezione minimalista per nuclei tematici elementari, per variazioni e contrasti, rielaborando materiali eterogenei. Porcu raccoglie suggestioni dal suo punto d’osservazione, come il Tin Hat Trio fa dalla California, o Devotchka e Beirut in ambito indie/alternative.
In Nostalgia delle stelle la notte non è malinconica. Il trillato evoca lo splendore delle stelle, i fiati a tratti lavorano come un Glassworks in slow motion. Ne L’amore non aspetta si riaffaccia ossessivo il piano, incalza, sostenuto da inserti di elettronica; poi tutto si distende al suono del violino. Tante scene differenti, tonalità, colori. Un disco molto bello, di respiro internazionale e grande sensibilità musicale.
di Alberto Sartore