Non si può essere realmente certi ascoltando questo disco che il fatidico alieno sia realmente atterrato, o almeno non sulla terra. I primi esperimenti di cantautorato di questo affascinante artista avvengono molti anni fa e sotto altre spoglie, ritorna quest’anno con questo notevole progetto. Dieci tracce intense e permeate di una strana e onirica fanciullesca poesia, una carrellata di canzoni tanto elementari ma minuziosamente curate. I testi non sono sicuramente tra i più impegnati e complessi, ma dotati di una fresca e dirompente intelligenza. Molti strumenti curano nei minimi dettagli tutte le tracce del disco che sembrano legate l’una all’altra dalla voce di Francesco Falorni, l’alieno, una sorta di narratore stanco di favole per bambini un po’ troppo cresciuti. Se questo disco si può ancora considerare un esperimento, si può sicuramente considerare come ben riuscito, manca solo un pizzico di quella verve caratterizzante, che potrebbe fargli acquistare qualche punto dal punto di vista dell’originalità, in fondo il panorama emergente è pieno di bravi cantautori.
A suo favore una apprezzabilissima capacità narrativa e uno stile compositivo e di scrittura che con poco riesce a trasmettere eccezionalmente ogni singolo pensiero, ogni sensazione, a volte per mezzo dell’ironia, altre semplicemente raccontandole per come sono. “Il Disgelo” potrebbe preannunciare qualcosa di veramente sbalorditivo.