Se un giorno o l’altro un gruppo come gli Uochi entrasse in classifica si inizierebbe a capire che in Italia (e non solo nel mondo della musica alternativa) è cambiato qualcosa. Un modo sinistro e ultracinico di concepire la vita, una critica geniale ai rapporti sociali, agli stereotipi e alle convinzioni sdrucciolevoli neo-borghesi. 12 canzoni e 35 minuti con la voglia di farsi odiare, di uscire daglischemi di chiunque, dai fighetti agli antagonisti per status symbol. Un trailer stile Maccio Capatonda annuncia l’audio film: “la chiave del 20”. Sette ragazzacci incazzati forzano una chiave di una discoteca di classe per fare danni, creare panico e poi andarsene con fare annoiato. Operazione stile Bastogne, mostri che Brizzi non riuscirebbe mai a domare. Spazio alle frasi che entreranno nell’immaginario collettivo, tipo: “Vado in bagno e l’odore di merda è l’unica cosa che mi ricorda che la gente qui è umana”. Fate anche lo sforzo di ascoltarli bene, e non osate dire che sono spocchiosi quando vi fanno notare che il ruolo di ascoltatore deve essere impegnativo almeno quanto quello di suonatore. Nel caso voi foste fra quelle persone che “non riescono ad apprezzare un gruppo se non c’è la chitarra” allora ci vorranno ancora più ascolti per comprendere. Un disco impossibile da recensire mentre lo si ascolta, richiede comprensione simultanea su un parlato vertiginoso e denso di verità su una società marcescente. Il Massimo!