GRANMA KILLER!!!
Area Pirata, 2012
Questi ragazzi uccidono le nonne. Non so se lo facciano anche fuori dal palco, ma di sicuro mia nonna Gilda avrebbe una reazione inconsulta di fronte al loro album, per non parlare di un’esibizione live, ma di questo parleremo più avanti. Scanzonati, tirati, graffianti, citano tra le loro influenze (tra gli altri) The Seeds, MC5, Cramps, 13th Floor Elevators, The Sonics, e non credo che nessuno di questi sarebbe scandalizzato dall’essere stato tirato in ballo.
The Bidons sono impeccabili: garage nella sua forma più pura e compiuta, sarebbe a dire sano casino che sembra urlarti “muovi-quel-culo” (e in effetti i cinque ci avvertono che ballare sulle loro note non è un crimine; più che altro una necessità). Granma killer!!! scorre veloce e divertente dalla prima all’ultima nota, sei pezzi originali e due cover: Night Time degli Strangeloves e Be a caveman degli Avengers, a dimostrare l’affetto per quel mood e quel sound che i Bidons si propongono di ricreare (e lo fanno alla grande). Ci sono tagliati, non c’è che dire, i cinque tirano su un muro sonoro granitico e crunchy ad alto concentrato di bpm, padroneggiando il genere con una spregiudicata maestria che te li fa rimanere simpatici al primo ascolto.
Pezzo forte, fortissimo di questo gruppo è il live. Tutta l’energia grezza che il disco racchiude esplode come uno shrapnel vintage in un turbine di cravatte, cappelli fedora e sudore, sudore, sudore. Forti di una sezione ritmica implacabile, schitarrate affilate e un frontman decisamente sopra le righe, i Bidons sono uno spasso che raccomando a chiunque (tranne alle ottuagenarie, ovviamente).
Da ascoltare, perché il rock è sì sperimentazione e avanguardia, e certo nessuno vuole vederlo seccarsi all’interno di limiti imposti o auto-imposti, ma ogni tanto vale la pena di ricordarsi dov’è che tutto questo casino meraviglioso ha avuto origine. Qualcuno ha detto: “Due cose bisogna notare nelle persone: come portano i capelli e le scarpe che indossano, perché è importante capire dov’è che stanno andando e da dove vengono”.
VOTO: 8/10
Marco Petrelli