Manta Rays

MANTA RAYS

Garage Records, 2012

Quanto mi piacciono questi album: minimalisti, semplici, pochi disegni, poche distrazioni, tracce sicure e pure, tipico di chi sa cosa vuole e come ottenerlo. Lo stesso supporto si presenta alla grande: sfondo bianco, scritta nera e prima traccia It makes me sick che fa già capire di fronte a cosa andremo a trovarci.
I Manta Rays sono un esempio di stile energico e immediato ma ricco di riferimenti, dove alla vasta gamma di influenze si mescolano scintille di originalità che derivano dalla lunga e diversa formazione dei tre componenti. Il cantante Stephen Trollip, nato a Johannesburg e formatosi musicalmente a Londra, si trasferisce a Padova e nel 2010 crea questo trio con l’idea di iniettare il sound, l’energia e l’attitudine del soul anni ’60, come con The sad surfer, e del punk-garage classico, vedi (was it worth) all the tears I cried e Nothing toh ide, in una manciata di nuove canzoni. Ne viene fuori un lavoro che mostra un certo gusto nel songwriting che unisce in maniera fluida giri ben consolidati di puro rock’n’roll (What you say), alternati con pezzi ricadenti nel mondo blues (vedi finale di The river song), e nostalgiche canzoni da spiaggia (The sad surfer).
Complessivamente l’album scivola via in maniera abbastanza indolore, anche se occorre tener presente che nel genere si sta raggiungendo un limite di saturazione per cui band anche valide – come i Manta Rays – difficilmente riescono a spiccare. Ad ogni modo ciò non elimina il fatto che siamo di fronte ad un gruppo che ritengo sia da seguire con attenzione all’interno della nuova scena musicale indipendente.

Voto: 7/10

Lucajames