Pablo e il Mare

 

Farsi rapire da un disco credo sia una delle sensazioni più belle che possa capitare quando si ascolta musica… ed è quello che letteralmente capita (almeno a me personalmente) avviando nel lettore “Miramor”. Dal primo all’ultimo secondo è una delizia continua per l’anima, sebbene io inizialmente l’avessi considerato
un po’ troppo leggero per i miei gusti. E invece così non è, anzi non lo è affatto. Ogni testo, ogni canzone è profonda, malinconicamente narrativa e “reale”.
È come saltellare da un sentimento all’altro senza accorgersi di stare soffrendo… è senza dubbio una bella scoperta. Da quella recensione su BF sono entrata nel mondo dei “Pablo e il mare” e sono stata accolta a braccia aperte. Ho discusso e conosciuto Paolo, voce e cuore pulsante del gruppo, un artista versatile, oltre che un’anima interessante da scoprire.
Così dopo innumerevoli chiacchierate sono arrivata alla conclusione che forse anche i nostri lettori avevano il diritto di entrare in questo mondo fatto di leggerezza e malinconie ed eccomi qua, a cercare parole adatte per introdurre questo percorso che se seguito fino alla fine, vi darà la gioia di poter diventar bambini per qualche momento…


– Presenta Pablo e il mare ai lettori di BF… (la prima impressione è quella che conta…)

Ci era piaciuta una recensione che diceva qualcosa del tipo: “Pablo e il mare è la risposta italiana a certi cantautori americani, acustici e un po’ surfisti, tanto in voga alla radio…”  Tecnicamente, possiamo dire che Pablo e il mare è un cantautore che si esibisce in trio o quartetto, proponendo canzoni di musica leggera, cercando di evitare i più scontati cliché del genere. Ti piace?

– Presenta il trio/quartetto, adesso…

C’è Paolo, lui scrive le canzoni, le canta, suona le chitarre, spinge la carretta del booking e della promozione in questi tempi di crisi. Poi abbiamo Marco, percussionista, suona il cajòn, i bongos ed altri curiosi gadgets che  a fine concerto alcuni spettatori desiderano sempre provare. Andrea è il pianista. Personaggio un po’ naif, ipocondriaca e pessimista, nonostante questo decisamente allegro, stimolante, musicalmente molto dotato. Il nostro quarto uomo è Francesco, giovane polistrumentista torinese che ci accompagna da qualche tempo. Suona il violino, il  bouzouki e il liuto arabo, per la gioia delle nostre derive marinare e mediterranee…

– BF amandovi, ne ha dette di tutti i colori a proposito di “Miramòr”. Voi, che avete ancora da dire su  questo spettacolare lavoro?

Là sopra qualcuno ci ama, allora! È importante sapere che in giro per l’Italia esistano addetti ai lavori sinceramente affezionati a Pablo e il mare. Grazie a persone come voi il nostro lavoro gira, e grazie a voi suoniamo nei locali. Il pensiero che anche in Sicilia ci sia un seguito affettivo ci riempie di gioia. Quanto a “Miramòr”, le canzoni che lo compongono sono nate sotto una stella ispirata, nel segno di un periodo della mia vita particolarmente “intenso”. Quando lo riascolto, mi sembra di aprire un album di foto di una stagione straordinaria. Durante la realizzazione negli studi di Blumusica, poi, il clima rilassato instaurato in studio con la produzione (Pippo Monaro e Luigi Giay) ha sicuramente contribuito. Blumusica è la nostra tana, ci provano band storiche del torinese ed altre meno note che propongono ottime cose. Penso a L’Orage, freschi vincitori di “Musicultura”. E poi questo disco suona bene. Non possiamo non ringraziare per questo Mauro Andreolli, che ne ha curato il mastering, a Trento.

– Ma in generale le parole influenzano il tuo modo di comporre musica, o avviene il processo inverso?

Le due strade normalmente sono parallele e spesso un percorso influenza l’altro. Questo però vale per le canzoni più “pensate”, frutto di un lavoro che via via prende forma partendo da parole o da accordi. Ci sono invece storie “viscerali” che invece mi sento di dover raccontare; queste  vengono fuori in un botto. Penso a “Migrante”: la scrissi nel dehors di un bar a Cassibile (SR) in 10 minuti, sui tovagliolini che avevo sul tavolo.

– “Farfalle” è il nuovo singolo. Fresco e frizzante, eppure a tratti così malinconico… da cosa nasce?

Implicazioni sentimentali, acqua passata. Sicuramente appartiene alle canzoni “viscerali”: decidi di scriverle e la penna cammina da sola.

– Oltre alla promozione del singolo, cosa avete in programma per concludere l’estate in bellezza?

Il clip parteciperà ad alcuni premi, tra i quali il Premio Italiano Videoclip Indipendente. Sul fronte live un invito al The Place di Roma, ma non c’è ancora una data precisa.

– Avete calcato palchi importanti, al fianco di altrettanti artisti italiani (come Nicolò Fabi, Subsonica, Perturbazione, Africa Unite,  Mambassa), ma chi vorreste realmente “ospitare”  nei vostri  “deliri” musicali…

Senza scomodare gli artisti stranieri, avrei il desiderio di ospitare la Carmen Consoli più intima, quella di “Elettra”, per intenderci…

– Io vi immagino come allegri “raccontastorie”, in giro per il mondo, scalzi a strimpellare e a far sognare la gente…fatemi tornare sulla terra e raccontatemi dei vostri “veri” concerti…

Ai nostri concerti casalinghi c’è predominanza di chi ci conosce bene. Lontano da casa, invece, raccogliamo intorno alle canzoni persone nuove, e il loro entusiasmo a fine concerto è la vera molla che ci fa andare avanti. Te ne racconto una: a luglio abbiamo suonato all’Espace Populaire di Aosta. Leggera diffidenza iniziale. Poco pubblico in sala, nessun volto conosciuto. Cerchiamo di dare il massimo per due ore. Via via le cose migliorano e al termine, TUTTI gli spettatori hanno comprato il disco. Tutti. Molto calore, molto scambio. Un ragazzo algerino ci ha invitato a un gigantesco festival nel suo paese, al quale nessun italiano ha mai preso parte. Vediamo come andrà a finire.

– Che musica ascolta “Pablo e il mare” ?

In Italia, Pablo e il mare guarda a una certa canzone di qualità, specialmente quella che si rivolge un po’ a sud (Capossela, Venuti, Consoli, Morinomigrante, Laquidara, Silvestri, Mannarino,  ecc.). E anche a quella minore che scopri in giro nei festival, le Cordepazze, i Med in Itali, Carmine Torchia, Palladini. Poi ognuno di noi ha i suoi ascolti, i suoi pallini, un retroterra rock e new wave. Siamo gente musicalmente molto vorace e non superficiale, cosa credi? Da Caetano Veloso ai Queens of the Stone Age, dai Radiohead a Battisti, dal flamenco a Cesaria Evora c’è posto per tutti. Andrea ha una sconfinata collezione di album dei 60/70, Marco è più orientato sulla musica del Sud del mondo di ieri e di oggi. Abbiamo comprato il biglietto per il prossimo concerto milanese dei Calexico. Aspettiamo questo nuovo disco, ne abbiamo sentito parlare bene.

– Per chi volesse entrare  nel vostro mondo…come vi contatta?

Sul web, abbiamo una pagina facebook:  www.facebook.com/pabloeilmare. Il sito ufficiale invece è: http://www.pabloeilmare.it/

– Pablo e il mare a briglia sciolta…tre righe per dire quello che volete (e come volete…)

Maruska, questo disco lo devono avere tutte le persone che leggono BF e che apprezzano la tipologia di  proposta di cui abbiamo parlato fin qui. Quindi, Lettori di BF, se la vostra curiosità vi ha fatto arrivare fin qui nella lettura, se avete 9 euro in tasca e volete concretamente sostenere la causa, cercate “Miramor” di Pablo e il mare su Amazon o iTunes. Se i 9 euro non li avete, scrivete a mail@pabloeilmare.it. Una strada la si trova sempre!

Intervista a cura di Maruska Pesce