I Keystone Kids fanno il loro debutto con questo album composto sostanzialmente da canzoni pop, senza la pretesa di incidere sulla scena musicale. Il piano e la voce della cantante Carly Comando, intonata e rotonda ma senza una particolarità precisa, sono gli elementi caratterizzanti del sound. Molto presenti sintetizzatori ed effetti simil-80s, attualmente molto in voga, rivisti e ripuliti dagli eccessi passati, ma che in questo album sembrano solo un brutto riempitivo. Anche Ryan O’Donnel, l’altro componente del duo, canta in alcuni brani, ma sembra davvero fuori contesto: la sua non è certo una voce pop e sembra sforzarsi per renderla tale.
Tantissime melodie easy-listening, che fuggono via dalla mente dell’ascoltatore con altrettanta facilità, e testi – come consuetudine – tutti incentrati su un amore un po’ travagliato ma che alla fine vince su tutto. Con Things get shaky siamo di fronte al classico album in grado di mettere tre quattro canzoni in fila su MTV – penso possa essere questo il target di riferimento per la sua produzione – e che potrebbe vendere milioni di dischi tra le adolescenti. In tal caso rileggendo questa recensione di certo riderete di me e del mio tono sprezzante.