I GIORNI DELLA FIONDA
La Locomotiva – 2012
Denis Guerini ha diversi modi di stare a contatto con la musica. La linea preferenziale per questi numerosi contatti, tuttavia, è sicuramente la forma canzone, il cantautorato. Di questa nobile tradizione troviamo in lui sintetizzate tutte le ispirazioni ed i migliori esempi. Personalmente – e mi potrei sbagliare – le sensazioni che mi sovvengono in maniera più definita sono un’attenta rielaborazione dell’estetica e della personalità vocale di Giorgio Gaber, sia per le liriche che per i piccoli balzelli nel cantato, baritonale e recitativo. Nel calderone delle ispirazioni aggiungerei una punta di Paolo Conte, sebbene ci si trovi più sul versante chitarristico.
Attivo principalmente nel Cremasco, sua terra di residenza, rischia di passare inosservato nella miriade di derivati e/o surrogati del songwriting che affollano le pagine delle webzines e risucchiano inchiostro dalle penne dei critici. Il progetto di Guerini è più vicino alla tradizione rispetto ai diffusi tentativi di proporre La Novità a tutti i costi (necessità, questa, che sembra esser diventata tale senza più memoria di sé stessa).
La teatralità e la capacità evocativa delle canzoni di Denis Guerini serpeggiano tra le quinte dei palcoscenici e le strade di notte (per inciso, Guerini stesso è stato impegnato con le proprie canzoni in uno spettacolo teatrale realizzato in collaborazione con Emanuele Mandelli). Quando si parla di cantautori è dunque opportuno concentrarsi sull’aspetto predominante di tali progetti, vale a dire il cantautore stesso. E fin qui dovremmo aver speso due parole. Tuttavia, il lavoro del Nostro è corroborato da una maturità artistica e da un’attenzione a musicalità e arrangiamenti che sono merce rara di questi tempi. In proposito, meritano un plauso proprio gli arrangiamenti realizzati da Mattia Manzoni, che coinvolgono fumose sezioni di fiati e contrabbassi che aumentano ulteriormente la profondità del lavoro. Si passa da suggestioni à la Tom Waits in Caffè amaro, all’intrigante duetto solistico corno/patologie in L’ipocondriaco (brano dal quale è stato realizzato un bel video) fino alle leggiadre atmosfere in tre quarti che sembrano rievocare i lavori di Piovani. Un lavoro davvero bello, da ascoltare con attenzione.
VOTO: 8/10
Bernardo Mattioni