Incanto, magia, sogno e realtà: potrei già smettere di scrivere dei Mardi Gras, tutto ciò che riescono a crare musicalmente è racchiuso nel significato recondito di queste quattro semplici parole. Solo ascoltandoli, in pochi secondi si può assaporare la magia di un viaggio trasversale per il mondo che ha a che fare con mete assai antitetiche tra loro, ma emozionalmente simili.
“Among the streams” è l’ultimo intenso lavoro discografico del gruppo romano, un incantesimo d’amore riuscito alla perfezione, dove fanno da indispensabili ingredienti i formidabili musicisti che lo hanno concepito e collante dell’intruglio magico la straordinaria voce di Claudia McDowell, di sangue irlandese e (mi permetto!) un pizzico di nostalgico cuore tutto italiano!
Nella loro storia un precendente lavoro indipendente “Drops Made” che vanta passaggi radiofonici persino in America, terra che li tiene tutt’ora legati a sé, numerose collaborazioni degne di nota, dai Frames ai Noah And The Whale e la partecipazione all’omaggio italiano alla musica del grande Bruce Springsteen. Come non citare le due “chicche” del gruppo: l’intensa cover di “Songs of the time” di Neil Young e un commoventissimo omaggio a June Carter (tormentata compagna di Johnny Cash, spero non abbiate bisogno del suggerimento!) che regalano al disco, registrato insolitamente tra Roma e Nashville, un’ atmosfera romanticamente folk unica nel suo genere. Potreste ascoltare dieci tracce che parlano d’amore, di vita, di incredibile coraggio; dieci esperienze musicali misteriose e affascinanti (tra tutte “Ballad of love” e la spiazzante “Song of the end of the world”).
I Mardi Gras possono vantare titaniche imprese musicali, la critica li ama, una bella percentuale di pubblico li sconosce, proprio per questo motivo in questa particolare chiacchierata cercherò di svelare qualche altro losco segreto o più semplicemente darvi la possibilità di innamorarvi della loro musica…e se la fine del mondo dovesse realmente avere il suono che gli hanno dato, beh, allora non dovrebbe essere poi così male!
Uno di voi (e non faccio nomi!) a proposito di “Among the streams” mi ha detto che “…è un fottuto gran bel disco”…parlatecene!
CLAUDIA :E ‘un disco dove il filo conduttore è l uomo e i suoi desideri, le sue mancanze, la sua voglia a volte di comunicare, quanto di vedere una speranza anche laddove pare non esserci. La copertina vede 2 foglie intersecate in un flusso di acqua, ecco credo che racchiuda benissimo il leit motiv del cd, i flussi della vita che scorre.
FABRIZIO : E’ un disco dove la band ha dato tutta se stessa, in termini di coinvolgimento emotivo e di sostanza sonora, è un disco nato sui palchi dei live club, dunque con un approccio molto live anche se poi in studio abbiamo lavorato molto sulla forma canzone. Sempre però a servizio delle storie che si raccontano in “Among the streams”.Ci sono i nostri brani e inoltre una poesia di W.B.Yeats tradotta in musica con un ospite speciale come Liam O’Maonlai (Hothouse Flowers) e l’omaggio a Bruce Springsteen di “Land of hope and dreams” già presente in “For you 2” (Route 61 Music) 25 artisti italiani che
interpretano il songbook di Bruce secondo me in modo unico e speciale.
Secondo i giornalisti di Jam e LosingToday è tra i dieci album più belli del 2011, nonostante ciò a proposito di musica indipendente escono fuori sempre i soliti nomi, alcuni meritatamente citati, altri semplici fuochi fatui…che ne pensate a riguardo?
F: Avere la propria opera riconosciuta è stato un momento veramente bello e inaspettato, aldilà di rientrare nelle classifiche
di fine anno. E’ un gioco divertente che da anche l’occasione di andare poi a scoprire certi artisti o certe band. L ho fatto
personalmente leggendo queste classifiche, è una opportunità per conoscere quanto di buono è uscito nell anno trascorso. A tal
proposito sto scoprendo band come Fleet Foxes o artisti come Bon Iver. Per il discorso soliti nomi/fuochi fatui questo si vedrà nel lungo raggio, di come un artista o una band terrà botta nel suo percorso e nella sua offerta musicale. In casa nostra posso dire che c’è un attenzione quasi smodata su 3 o 4 nomi al momento, personalmente posso dire che un artista come Paolo Benvegnù ha fatto un disco meraviglioso, profondo e anche difficile al suo primo ascolto… e sono felice che la sua opera sia ormai riconosciuta e
apprezzata. Ed è stata per noi un emozione vera avere Paolo apprezzare tantissimo il nostro cd. Credo che tutte la band e artisti italiani debbano qualcosa agli Scisma.
Il disco è nato tra Roma e Nashville, per questo motivo sono chiarissime le influenze della musica d’autore italiana e del folk d’oltre oceano, ma oltre allo stile vero e proprio che differenza esiste nel modo di creare/suonare musica in America?
Claudia: Nashivlle è stato l ultimo step della realizzazione, il cd è stato masterizzato da Alex McCollough famoso per i suoi lavori con Kris Kristofferson , Carter Family, Nanci Griffith e Robert Plant (per me una speciale emozione!) . In America come in altri luoghi fare musica è un lavoro rispettato e importante per lo sviluppo e la crescita di un Paese. L ho visto con i miei occhi anche in Irlanda per esempio. Questo vuol dire migliori condizioni per i musicisti, rispetto per quello che hai scelto di fare. Qua in Italia c’è un diffuso senso di precariato, e non solo tra la musica. Parlo di tutte le arti ( e non solo).
Fabrizio: E pensare che l’Italia è la patria del bel canto….Per quanto riguarda la ricezione dell immaginario Mardi Gras in America,
siamo stati molto trasmessi dalle radio indipendenti americane, ci hanno sempre trattato molto bene, da Chicago all Alaska. C’è sempre molta curiosità e trasporto per ciò che arriva dall’Italia. Siamo sempre maestri di stile e di coolness in America nonostante il declino evidente che ci è stato negli ultimi anni agli occhi non solo dell’America, ma del mondo intero.
Lo chiedo a voi che rappresentate la qualità nascosta della varietà musicale italiana, c’è un modo di riscattarla, contrariamente a ciò che attualmente ci propina il mercato musicale attuale?
Fabrizio: Per me alla fine c’è solo un modo, quello di scrivere belle canzoni e farle sentire in giro, sfruttando ogni canale, dal
passaparola che è sempre secondo me il modo migliore e più diretto fino alle radio. Finalmente anche in radio mainstream si sentono band e artisti di qualità, mai fino a un po di anni fa speravo di sentire una band come i Virginiana Miller a Radio Deejay, ma ciò è avvenuto, dunque qualcosa sta cambiando, in Italia a differenza di altri Paesi certi processi sono molto lenti, sta a noi, alle nostre proposte, a come veicolarle….
Sei artisti di indole musicale diversa compongono i Mardi Gras, parlateci un po’ di questo assemblaggio mistico…
Claudia: più che mistico io direi misterioso! considerati i nostri diversissimi background musicali è veramente sorprendente come a volte sia naturale, quasi inevitabile, trovare un terreno comune fertile per comporre delle canzoni che ci rispecchiano tutti.
Fabrizio: Si ci sta del mistero quando sei persone cosi diverse tra loro si incontrano in una stanza, attaccano gli strumenti e suonano questa musica…è un dono..e anche quando i nostri pianeti non sono perfettamente connessi è sempre un miracolo e un legame magico che ci lega, il titolo del cd rispecchia anche noi sei persi nella musica e se non ci fossero loro non esisterebbe assolutamente un cd come “Among the streams” e non esisterebbero soprattutto i Mardi Gras. Tengo a precisare che per “Among the Streams” io (che suono la chitarra acustica) ho scritto i testi e le musiche assieme ad Alessandro Matilli (piano) mentre la produzione artistica e gli arrangiamenti sono di Alessandro Cicala (Chitarra elettrica), Alessandro Matilli, e David Medina (basso). Alla batteria c’è Alessandro Fiori.
Quando ascolto la vostra musica la mia mente viaggia verso mete sconosciute e un po’ magiche, perfino la fine del mondo appare affascinante, qual’è la vera genesi di questa magia?
Claudia: La genesi è appunto il mistero…e direi la speciale alchimia.. è meglio forse non indagare su come ciò avvenga…
Fabrizio: C’era chi diceva che le canzoni già esistono e siamo noi ad afferrarle e portarle giu…la magia è quando un testo e una musica si incastrano perfettamente e danno vita a una canzone, magia è quando un colpo di basso e un tocco di rullante danno vita a un groove..la genesi di “Song from the end of the world” è esplicativa, avevo questa melodia in testa e venne tutto cosi naturale che sentii subito una magia, questo inizio cosi sospeso via via piu deciso….lo ricordo come un momento magico davvero. La band poi ha reso questa magia una canzone…
Giusto per saziare la curiosità del lettori di BF, che musica ascoltate?
Claudia: ascolto molto rock del passato, i vecchi U2, gli amatissimi Led Zeppelin e i Jefferson Airplane per esempio. In questo periodo sono letteralmente innamorata di Glen Hansard e i Swell Season e P.J. Harvey resta una delle mie cantautrici preferite.
Fabrizio: Sono onnivoro di musica, da Elvis ai Chemical Brothers, ora sto ascoltando molta musica che viene da Roma, Modì e Operaja Criminale su tutti. Ma nel mio lettore non mancano mai Waterboys, Springsteen, Dylan, Counting Crows, The Frames, Johnny Cash tra gli altri.
Attualmente siete impegnati a far cosa?
Claudia: A promuovere ovviamente questo lavoro, tra radio web e stampa, poi vedremo dove ci porterà la musica e le nostre canzoni..e anche le nuove idee sicuramente
Vi congedo regalandovi la breve libertà di fare innamorare di voi tutti i lettori di BF…tre righe basteranno?!? Cosa rimane da dire…
Claudia: veniteci a trovare su www.mardigrasmusic.it e venite a conoscerci. Saremo ben felici di conoscere voi e darvi la nostra
musica senza filtri e con tuttta la nostra passione.. Grazie
Quello dei Mardi Gras è un mondo fantastico…ne rimarrete imprigionati…è magia!
(Maruska Pesce – purpetz.mska@hotmail.it)