Da tempo ormai li tenevamo d’occhio e le occasioni per poter godere della loro musica nell’ultimo periodo sono state molteplici ed è proprio live che il gruppo riesce ad infrangere ogni barriera e a dare vita al viaggio spirituale che rappresenta il disco in sé, prova tangibile della indiscutibile abilità musicale del quintetto.
Forse ad alcuni di voi ( e forse pure a loro!) potrà sembrare una profanazione, ma ascoltando questo disco a me viene in mente una pseudo lotta musicale (per un attimo cercate di abbandonare i comuni pregiudizi) tra il catartico Giovanni Lindo Ferretti e Fred Buscaglione…sarà l’effetto Gill&Co o il colore così caldo di chi narra le loro vicende!
La presentazione di “Caro Petrolio” ha fornito una strana e insolita chiave di lettura alla musica del gruppo, molto più intima e rilassata, come un’osservazione leggera (e si fa per dire!) del presente attraverso uno stile musicale che non pare aver a che fare
esso, un miscuglio di ballate popolari, di ritornelli che accennano ad un timido folk e un incredibile e “svecchiato” giro di valzer
Chi segue BF dei Gill&Co ne ha letto in tutte le salse, ora non resta che conoscere il loro punto di vista (non ringraziatemi alla fine…dovere!!!)
“Caro Petrolio”, album intenso e impegnato, parlateci un po’ di questo grande traguardo discografico
Gianluca – caro petrolio è un disco programmaticamente eterogeneo. ogni canzone è un mondo a sé. È un disco che lascia aperta la porta ad ogni tipo di sperimentazione futura. È il punto di arrivo di un percorso musicale che dura da 5 anni e che non riesce a fare a meno ne del pianoforte (a coda) ne delle chitarre elettriche, ne della canzone popolare, ne degli esperimenti elettronici.
Ho ascoltato e letto testi molto articolati dal punto di vista lessicale (giochi di parole e versi filastroccheggianti inclusi) tanto da poter essere recitati oltre che cantati, ma in ogni pezzo dei Gill&Co si cela uno studio particolare o raccontare la realtà di getto?
G – Le canzoni nascono vicine ad un miracolo. La scrittura è libera e ricercata allo stesso tempo. I temi spaziano dall’odio all’amore. Le canzoni sono esseri viventi, cambiano forma, come la lingua. Quello che mi diverte è andare a ricercare delle parole e creare rime e assonanze nascoste nel’assemblaggio magico delle sillabe.
Quanto è faticoso fare musica “impegnata” in un contesto musicale frivolo e banale come quello attuale?
G – Mi viene naturale. Sto molto attento a non farmi minimamente sfiorare dalla spazzatura che c’è intorno. Cambio strada, spengo la radio ecc. La spazzatura non è solo musicale è anche culturale. Molti siti di approfondimento musicale sono spazzatura. Tipo fare il torneo delle canzoni più belle (tipo Rockit) è vomitevole.
E un’ occasione come “Musicultura” quanto è importante per il vostro lavoro musicale (raccontateci dell’esperienza)?
G – Musicultura è musica di qualità, lontana da internet,dalle classifiche, si respira aria pulita, c’è gente competente, si lascia molto spazio all’approfondimento tecnico e sociologico della forma canzone, siamo contenti della risposta della giuria del pubblico.
L’album e comunque un po’ in generale, la vostra musica è un meltin’pot di parecchi stili, io da ascoltatrice mi sono, forse impropriamente, permessa di immaginare una lotta musicale tra Buscaglione e Giovanni Lindo Ferretti: ora puoi linciarmi oppure cercare di spiegare meglio come/cosa suonate…
G – Gill&co è una mescita. Un laboratorio di contaminazione: il mix è tra Battisti, Cccp, Bob Marley, Battiato, Ciampi e tanti altri. Per adesso il ventaglio è aperto , siamo davanti ad un bivio con diverse strade, ne prenderemo una ma non si esclude il ritorno.
Tutti i vostri pezzi sono ispirati a temi caldi della politica o sociali, lavoro assai facile ora come ora (mi viene in mente l’irriverentissima “Il Presidente”) ma c’è qualcuno che vorreste ad un vostro concerto, insomma per suonargliene quattro?
G – Diffido degli artisti che stanno lontani dalla politica, la politica è tutto, anche questa intervista è politica. Il presidente è una canzone contro la guerra e contro i presidenti indifferenti. Stare davanti ad un microfono è una opportunità preziosa per sputare in faccia ai potenti tutto l’astio sacrosanto che abbiamo accumulato in questi anni di allontanamento culturale che certa classe dirigente ha studiato a tavolino.
Personalmente posso dire di seguirvi ormai da un bel po’. In pochi anni vi siete trasformati da gruppetto “casinista” da feste di piazza, a veri e seri cantastorie, raffinati e dall’aria sognante un po’ vecchio stile, cosa è cambiato realmente?
G – Il cambiamento, la metamorfosi è il nostro obiettivo. Le cose cambiano e devono cambiare, se no ci annoieremmo. Il prossimo disco di gill&co per esempio sarà un pugno nello stomaco o in faccia… ci stiamo lavorando.
Il palco vi rende onore: dove e quando i prossimi live?
G – Il live è la verità. Dalla primavera in poi sapremo quello che ci aspetta: c’è in programma un tour nazionale che probabilmente partirà dopo l’estate.
È consuetudine: vi lascio tre righe di anarchia, fanne buon uso…
G – Gill&Co è un esperimento di laboratorio in una boutique di cosmetici, un deposito di pianole tra i riverberi della campagna. Un applicazione nuova che svela il suono delle parole, riciclando libri e sentimenti, per fabbricare canzonette nuove di zecca!
Ancora una volta abbiamo illustrato una bellissima cartolina musicale…adesso avete la possibilità di lasciarvi ammaliare da questo fantastico mondo! A voi la scelta!
Maruska Pesce – purpetz.mska@hotmail.it