Certo…per chi come me è cresciuto musicalmente negli anni dei grandi festival “alternativi” italiani, quando “si andava al TORA!TORA! per sentirli tutti”, quando l’indie generava di giorno in giorno le grandi realtà a cui noi poveri anti talent-show siamo ancora fedeli (tranne nei casi in cui i soggetti interessati sono diventati dei veri e propri mercenari), ero nervosa come non lo ero stata mai, ma dalla prima volta in cui ho letto della nascita di questo ammirevole progetto, il pensiero che mi perseguitava era sempre: “DEVO BECCARE CESARE BASILE!” così, ancora effettivamente incredula inizio ad escogitare un modo per rendere finalmente reale questa idea.Inizia la lista degli amici in comune che potrebbero fare al caso mio…ma abbandono subito l’idea, per certe cose è necessario impegnarsi in prima linea, perciò cerco direttamente di contattarlo personalmente…scrivo una semplice mail…deglutisco…invio…!
Questa è la premessa a tutto ciò che leggerete nelle prossime righe…le parole di un grande cantautore, affezionato alla sua terra tanto da ritornare e cercare di rendere reale la più ambiziosa delle idee: risvegliare dal torpore il panorama musicale siciliano, facendosi aiutare da chi, come lui, a questo progetto ci crede veramente.
Cesare, spieghiamo innanzitutto (e per l’ennesima volta!) che cos’è L’ARSENALE…
L’Arsenale è una libera federazione siciliana di musicisti, artisti e maestranze dello spettacolo e della cultura. Un collettivo territoriale che fa della partecipazione, dello scambio delle esperienze e dei mezzi e delle conoscenze, uno strumento di azione civica in una terra come la Sicilia che paga da anni l’essere ridotta a “provincia” isolata e feudo mafioso.
Attualmente chi ne f parte attivamente?
Uomini e donne di tutte le province siciliane, gruppi musicali, scrittori, giornalisti, operatori culturali, club, associazioni. Un gran casino.
Un progetto del genere in che modo può “soccorrere” la musica?
Vogliamo lavorare per la nostra terra e vogliamo farlo con le cose che conosciamo meglio, che sono quelle legate alla cultura e alle arti. Crediamo che la musica e la cultura possano essere il “soccorso” per una società civile sempre più lontana dal concetto di condivisione.
Il nome è già una vera e propria dichiarazione di guerra, quasi una minaccia… se così fosse, contro chi?
Nessuna minaccia, semmai una promessa:usare tutto quello che è nelle nostre disponibilità per raccontare e agire quotidianamente sul territorio. (A mio avviso negli ultimi anni si è verificato come una sorta di snobbismo nei confronti della musica live di “qualità”, un pò per le inopportune (lasciamelo dire) “tendenze musicali”, un pò perchè i locali hanno preferito forme di intrattenimento musicale certamente più convenienti come il Dj set, nda)
Mi viene spontaneo di chiederti la TUA opinione sul principale degli enigmi…chi o cosa ha realmente ucciso la musica (o ha contribuito a farlo)?
La musica puoi ucciderla solo in te stesso. L’idea della comodità ci sta uccidendo, il non volere rischiare nulla, l’abitudine alla mediocrità, questo teatrino di scannamenti a buon mercato che è diventato il nostro quotidiano.La musica live paga tutto questo.
Purtroppo c’è anche un altro punto di vista da considerare: il “lavoro” musicale in senso lato prevede comunque un costo effettivo, in termini economici come vi approccerete a questo “spiacevole” aspetto?
Stiamo programmando colpi da un milione di euro.
C’è la possibilità o anche solo l’idea che questo progetto possa spostarsi anche oltre i confini della nostra isola?
Questo è un progetto condiviso e aperto, un modo per cominciare un discorso. Credo che in tutta Italia si cominci a sentire l’esigenza di una rilettura “politica” del movimento culturale e sono convinto che la musica e la cultura abbiano in sé i germi per innescare un processo di cambiamento.
Chi fosse interessato a partecipare attivamente a “L’arsenale” in che modo può/deve contattarvi?
Tramite il sito: Larsenale.org o sulle pagine dei social network.
Cambio discorso, ma neanche tanto, e ti chiedo una cosa che mi interessa personalmente…quando avremo la possibilità di riavere tra le mani il seguito di “Storia di Caino”?
Esce in questi giorni e si chiama “Sette pietre per tenere il diavolo a bada” ( che io ho già ascoltato e che ritengo sia un lavoro meraviglioso e intenso, nda).
Sei ritornato nella nostra tanto amata/odiata Catania da poco…ma c’è qualche differenza effettiva tra il contesto musicale della nostra terra e ciò che hai vissuto da “immigrato” a Milano?
Questa è la mia terra e al momento fa la differenza.
Tre righe di anarchia (per dire quello che vuoi!)…
Disobbedire, organizzarsi, partecipare.
Beh, come si dice “la pietra è stata gettata”, per chiunque fosse interessato a collaborare o comunque solo a conoscere L’Arsenale adesso sa esattamente cosa fare…dal canto nostro cercheremo di tenere alta l’attenzione su tutta la faccenda e saremo ben lieti di farlo.
(Mska Pesce – purpetz.mska@hotmail.it)