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(Alkemist Fanatix)
Se dovessi commentare con poche parole questa secondo album degli Inkarakua, direi che l’ottimismo vola! Ironia a parte, il motivo è da ricercarsi negli 8 brani che compongono questo cd, i cui testi sprizzano pessimismo & fastidio da ogni poro. La band nasce a Cagliari all’inizio del 2000, e si dedica a tutto quel lavoro di “sgrossatura” tipico delle nuove formazioni: esibizioni, concerti, produzione delle prime canzoni, ecc. Nel 2002 esce l’album d’esordio “La giostra dell’odio”. Nel frattempo vari cambi di formazione rallentano la produzione di nuovo materiale, tanto che l’album che mi trovo a recensire uscirà a distanza di cinque anni dal primo. La musica proposta dagli Inkarakua è una sorta di hardcore moderno, con forti influenze di nu metal / crossover, il tutto cantato in italiano. Come accennato in apertura a farla da padrone, oltre ai riff incessanti ed al ritmo incalzante (ma tendente al monotono), ci sono i testi, in cui gli Inkarakua riversano tutte le loro angoscie e la loro rabbia verso la società. A sottolineare il tutto ci pensa la voce del cantante, che alterna growl a scream in maniera cadenzata. Certo è che se tutti avessero questa visione così negativa della società e della vita in generale ci sarebbe poco da stare allegri. Pur non condividendo i testi dal punto di vista tecnico il lavoro è buono. Un piccolo appunto per quanto riguarda la copertina del cd: scegliere quei colori e quei caratteri e pretendere che si riesca a leggere anche solo il nome della band (per non parlare dei testi), è pura follia.
(Quincy)
Per contatti: www.inkarakua.com