Year Of The Husband
(Absolutely Kosher)
Sono tre ex-ragazzi, annoiati, scazzati, schitarrossi. Mark, Joss e quel Dudley, capostipite della Corporation che da nome alla band. Arrivano da San Diego e sono decisamente troppo avanti con gli anni per sospirare come i Somone Still Loves You. Decidono dunque nella california tumefatta dalle glorie dei Fleetwood Mac e si incastrano nel bassopiano melmoso del pop-rock alla Muse. Il disco inizia proprio con una “The Lens Begins” che pare proprio uscire dal repertorio di Bellamy e soci. L’album si pone in modo assai dislessico, con una mano “The Lens Begins”, “Leave a last Kiss” mena cazzotti noise frullati a 300 all’ora, con l’altra si struscia vilmente con vocine in falsetto e chitarrine arpeggiate “We angled our Shadows” e “Fools”. Ed è la traccia 4 la svolta sematica di questo disco: “Step Out” il passo più lungo della gamba, e ripiombano nella fanghiglia della distorsione facile, un gioco che manda a monte le costruzioni melodiche e stordisce con innocui rumori fuori contesto. Aimè. Spiace molto contraddire Hot Press, che aveva definito il precedente lavoro come il miglio disco al 59th posto della storia del rock. Una nerderia che ha illuso quei bravi ragazzi della Absolutly Kosher. Qui abbiamo tra le mani… qualcosa di prescindibile..
(Tum)