(Slumberland)
Il gruppo di cui vado blaterando si chiama proprio così “The Pains of Being Pure At Heart”, e in 10 canzonette mescola il pop gentile degli Aztec Camera con le distorsioni graffianti dell’ondata shoegaze di Lush & Co. Ne esce un suono affascinante che ha il potere di levare gravità alle vostre interminabili domeniche pomeriggio. La verità ti afferra di soppiatto sul controcanto sussurrato di “Young Adult Friction”, una storia d’amore svanito in cui tra dolcificanti e antidolorifici si incastra la polvere che fa bruciare le lacerazioni del rimpianto. Tre minuti per esprimere l’immensità dell’anima? Come è possibile che una manciata di parole buttate in una canzonetta, seguendo lo stupido principio di assonanza del pop, possano colpire così in profondità? Un tuffo di testa nel pop a bassa fedeltà dei La’s, aiuta a tracciare l’origine di un gruppo come questo, e la prova del nove è un brano“The Tenure Itch”. Se avete affinata quel gusto perverso per l’operetta in chiave indie-pop, à la Brunettes per intenderci, non fatevi mancare quel senso di leggerezza che solo un brano come “ A Teenager Lover” può regalarvi. Il cerchio si chiude con una “Gentle Song”, una sorta di marcetta trasognante con il piglio di una “Sproston Green” dei Charlatans. Quando il disco inizia a decelerare il moto centrifugo, nell’aria rimane l’alone grave del disincanto, nelle orecchie un armonioso sibilo, nella mente l’irrefrenabile desiderio di premere il tasto play. A volte succede. Hai quasi trent’anni. I tuoi coetanei hanno smesso di credere alle favole e stringono i denti sognando 1000merdosissimi euro al mese. Qualcuno più grande si guarda alle spalle e ti sospira che al tuo posto, lui, non ce l’avrebbe fatta. Dico, cazzo, a volte succede che il piacere massimo che ti resti nella vita sia quello di trarre del giovamento fisico e spirituale da un pezzo di plastica che gira nel lettore. Succede sempre meno con lo scorrere degli anni ma qualche volta ancora succede. Essere puri di cuore provoca sofferenza, certo, è il rovescio della medaglia che ti prende tra il capo e collo.
(Tum)