Groundfloor
(UK Division)
Quello che salta subito alle orecchie di questo disco, già dalla prima traccia, è l’ottima produzione che ha ricevuto, la quale risulta ben oltre la media. Suono pulito senza alcuna sbavatura e mixaggio perfetto, aspetto da non sottovalutare, viste le diverse contaminazioni che animano “Groundfloor”: un “rock alternativo” dalle tinte cupe che ripesca sicuramente dal grunge, sul quale s’inseriscono elettronica e passaggi che strizzano l’occhio a certe sonorità anni ’80, ora più glam, ora più new wave, il tutto per dare vita ad un crossover che sicuramente volge lo sguardo fuori casa nostra. Undici tracce in tutto che tengono alto il ritmo, grazie soprattutto a pezzi come “The drawing of the sun”, “Sorry but I feel so bad” e “New words”, ma c’è spazio anche per episodi più riflessivi come “Inside” e “Scarlet memories”. Far convivere tutte queste anime all’interno di un album, senza creare qualcosa privo di una propria identità, non è cosa facile, e per questo i pisani Blacklies meritano un’attenzione particolare.
(Arturo Bandini – polluc3@hotmail.com)
Per contatti: www.theblacklies.com