vedo la fine.
e non è buia, non è mostruosa, non fa paura.
è solo un giorno come tanti. quando ti svegli e dalla persiane entra la solita luce.
e noti con stupore tutta quella polvere in aria, che scintilla.
chissà dov’era quando la luce non c’era.
chissà se ne respiriamo così tanta per tutto il giorno.
la luce la mette in primo piano.
ma non ti si attacca alle mani.
più ti avvicini e più si allontana.
come un arcobaleno, come un’utopia.
vedo la fine.
sarà domani.
o dopodomani.
o lunedì.
ma non è buia, non fa paura.
è solo un giorno come tanti.
in cui mi sveglierò… normale.
ma starò dando il mio contributo alla mia fine.
aprirò gli occhi, e già lì sarò complice della mia Morte.
ogni passo.
mi finirò con le mie mani.
si può essere volontari nell’ andare al patibolo?
non è come suicidarsi.
non è un attimo.
è una lunga sofferenza, una tortura esasperante.
ti danno solo uno specchio.
e ti mettono davanti alla tua inettitudine, alle tue carenze, alle tue difficoltà.
io quella mattina non voglio svegliarmi.
non posso.
io odio i militari.
odio più i miltari della guerra.
i militari sono solo degli stronzi che volontariamente decidono di farsi ammazzare.
e poi pretendono anche le cerimonie e le stelle al valore.
io non voglio farmi ammazzare.
però quella mattina mi alzerò.
guarderò la polvere.
mi infilerò i vestiti.
in silenzio.
tutto in silenzio.
prenderò il mio autobus.
guarderò un pò di sguardi.
sarò spinto e schiacciato da tutta quella gente.
e andrò in contro alla fine.
che dici? lo vado a dare st’ esame o no?
(Sacha Biazzo)