The Fuzztones – Roma 29/05/08 @Init

…e io sostituisco il vostro Tommaso Floris che si è laureato oggi con una tesi su Michel Gondry.

Aprono i Cactus (Roma) col recente cambio di formazione: da 3 a 4, il batterista dei Capputtini ‘ I Lignu al posto di Raniero (o Pepito per chi conosce i Last Wanks), con l’aggiunta di una delle due Motorama (organo, seconda chitarra e seconda voce), altro gruppo di punta dell’underground garage romano.
Risultano meno dritti i nuovi Cactus(molto fa il nuovo batterista, attitudine diversa da Raniero che a me personalmente piaceva molto), incursioni col Theremin, che nell’altra formazione non ricordavo e altre uscite dal seminato del garage punk. Per me sempre un po’ ostile la strausata vocetta femminile, ma in attesa di una cantante col vocione “negro” come quello dei Gories e Dirtbombs, i nuovi Cactus mi piacciono.
E poi ecco qui i Fuzztones.
Premessa: anche se sto in fissa col garage psichedelico, i Fuzztones non li conosco per niente, avrò sentito un paio di pezzi in tutto, ricordo che il suono non mi convinse e lasciai perdere.
Bè, in realtà dal vivo il suono è fico, anche se la voce senza nessun effetto tipo i classici riverberi, suona un po’ come in una sala prove, e una chitarra non si sente. Vabbè, capita.
Della formazione originaria newyorchese (1980) c’è solo il frontman Rudi Protrudi (voce, chitarra, tamburello); il batterista subentrò comunque negli anni ‘80, tutti gli altri dopo. Due chitarre e basso Vox Phantom, organo, batteria, Theremin.
Le melodie sono orecchiabili, le linee vocali piuttosto “pop”, anche se i motivi stentano ad entrarmi in testa. Spesso l’attitudine del rock’n’roll dalla fine dei ’70 agli anni ‘80 non mi piace, forse è questo il problema.. ma parliamo della band: a parte la gnocca all’organo (pornoprotagonista anche di locandine e merchandise), gli altri fanno uno strano effetto, sembrano un po’ una cover band di se stessi.. mica suonano male eh, ma ho l’impressione che dietro le pose, i gilet e la “tecnica”, non ci credano troppo.. bo’ magari mi sbaglio. Il batterista, a modo suo, convince (o meglio, è convinto) e per quanto riguarda Rudi Protrudi.. bè, qui voglio aprire un capitolo a parte.
Rudi Protrudi è la quintessenza del machismo rock’n’roll vecchio stampo: folklore allo stato puro, condito da una voce intonata.
Giubbetto jeans smanicato, pantaloni di pelle, capelli lunghi, il nostro ci offre una serie di scene memorabili, con un microfono erotizzato che porge alla compiacente ragazza di turno in prima fila, spingendola a simulare con esso prima una sega e poi una pompa. (Fonti attendibili mi hanno detto che fa la stessa scena ad ogni concerto,ogni volta con una ragazza diversa. E allora Marilyn Manson dal vivo non s’è inventato niente, dico io.)
Spulciando nel banchetto del merchandise scopro che fra gli album spuntano titoli come Lysergic Ejaculations e Horny As Hell, Rudi sembra tenere molto a quest’immagine.
Trovate che tutto ciò sia datato? Non so. Buona parte dei fans è totalmente galvanizzata dal personaggio e si diverte un sacco, per cui forse “Sex, drugs & Rock’n’Roll” nel 2008 ha ancora un significato ben preciso. Lo dice anche lui che si autoproclama “The greatest rock’n’roll band”.
Sembra uno davvero entusiasta Rudi, dice anche che ama ogni fottuta cosa dell’Italia (beato lui!) che è il suo paese preferito, fa i complimenti al locale e dice che l’atmosfera è molto arrapante. A quel punto mi guardo intorno incuriosita dalla sua constatazione e oltre al gruppetto di soliti noti del “circuito” garage-beat e affini senza i mods, mi accorgo di un sacco di gente mai vista a concerti del genere, perlopiù maschi sui 35 anni; niente capelli lunghi e giubbotti, sembrano appena usciti dall’ufficio, ma sanno tutte le canzoni a memoria. Ok, deve essermi sfuggito qualcosa.
Dov’è questa gente il resto dell’anno? Nel circuito underground in cui lavoro, suonano un sacco di bei gruppi a Roma, il più delle volte davanti a una manciata di persone: qui il garage non se la passa bene, soprattutto da un po’ di tempo a questa parte.
Mi chiedo che cos’ha Rudi di tanto speciale. Chissà, molto semplicemente forse per loro è l’incarnazione del mito irraggiungibile filoamericano del Rock’n’Roll.
Evidentemente in un paese come l’Italia dove il sesso è pressoché ancora un tabù e la parità dei sessi un concetto astratto, la fallocrazia old style è ancora un bisogno di molti.
(Severin_WE LOVE TO BOOGIE! PARTY)