Se tutto è finto e di plastica, allora non resta che adeguarsi, mettendoci però dell’ironia o perlomeno estrosità esuberante. Queste sono le CSS a sentire il loro primo cd Cansei de ser Sexy ( che sta per “stufa di essere sexy”, citazione di Beyoncè). Le CSS sono veramente fighe ed appena attaccano con Jagger Yoga, la dancefloor del Circolo degli Artisti diventa degno di un qualsiasi club di Ibiza.
Esteticamente parlando, la più cool è ovviamente la sboccatissima frontwoman Lovefoxxx, viso nippo e culo brasiliano fasciato il leggins bianchi che arrapano da morire la platea, che questa volta presenta un’eterogeneità diversa dalla solita miscela di indie people che-se-gli-sgualcisci-il-polsino-ti-uccide. In transenna infatti noto dei signori di una certa età muniti di macchina fotografica professionale che scattano come forsennati quando la bella cantante si mette le mani nei suddetti leggins per racimolare delle caramelline da lanciare sul pubblico. Realizzo quindi che sono dei guardoni, (ma sono i rischi che si corrono se la band è tutta al femminile), insieme ad un nutrito gruppo di coppie gay.
Che non sono lì per caso perché proprio loro hanno un’antenna speciale sintonizzata su chi è un portatore sano di cultura pop, glorificata dalle CSS in canzoni quali Meeting Paris Hilton, dove si racconta del sogno comune di incontrare Paris Hilton, chi per farsela, chi per mandarla a quel paese chi per esprimere una misteriosa ammirazione in quanto virtuosa dell’irresponsabilità e personaggio in diretta 24 ore su 24.
Ritornando al concerto, nel Circolo non si respira per il caldo mentre si continua a pogare per i classici del collettivo elettroclash come Alala e Fuck off is not the only thing you have to show (ottimo consiglio tra l’altro). Durante la maliziosa e per niente ingenua Art bitch, Lovefoxx si getta sul pubblico di arrapati, che non aspettavano altro. Un elogio speciale lo merita al resto della band formata da elementi validissimi quali Luiza Sà, che ha suonato la chitarra, synth, batteria, armonica e anche il lampadario, se avesse avuto più tempo e il rozzo batterista in canotta bianca.
Alla fine quasi dispiace che sia il delirante live giunga al termine ma si ci consola come può, chi pomiciando con il quarantenne che ci ha provato per tutto il concerto (forse la poverina era ubriaca, almeno spero per lei) chi cantando il testo di Music: Music’s where I meet my friends/Music is my hot hot bath/Music is my hot hot sex. E non poteva essere diversamente.
(Laura Fontana)