Zaino in procinto di esplodere, una scusa all’account manager, un biglietto e mezzo del treno ed eccoci all’agognatissima prima italiana dei Bloc Party, senza aver fatto una sosta alcuna e dopo sette ore di viaggio che con un buon aereo forse ci si arrivava a Pechino. Ma ne valeva assolutamente la pena e alla fine eccoci qua, “So here we are” è proprio la canzone che apre il concerto del gruppo londinese più cool dell’anno (scorso), un concerto breve, intensissimo, ma non pienamente intriso di quella magia di cui la musica è legittima dispensatrice. Non è bastata la bella scenografia, un tendone nero pieno di lucine multicolore (l’avranno comprato usato dagli U2?) a creare la giusta atmosfera per uno spettacolo che la voce esaltata del cantante Kele Oakereke ha interrotto troppe volte per chiedere alla platea se si stesse “Feeling good tonight?”. Ma solo in questa e in poche altre facezie i quattro sono stati traditi dalla loro giovane età (e lo trovo anche giusto, visto che sono solo ragazzi che stanno vivendo l’avverarsi del loro sogno). Di contro ci regalano un’ora e venti di musica potente, solida e praticamente impeccabile dal punto di vista dell’esecuzione. I suoni sono proprio gli stessi del loro debutto Silent Alarm, restituiti con un impatto potentissimo e decisamente live, spesso con il metronomo accelerato (a volte troppo), cosa buona per alimentare il dancefloor, non altrettanto buona per la durata dell’esibizione, che ci vedrà alle 23:00 fuori dal Rolling Stone e già con le giacche addosso. E lì fuori, come dopo una sbornia, a cercare di ricollezionare cosa fosse appena accaduto: quasi tutte le canzoni dell’album e dell’Ep (più il nuovo singolo Two More Years), un inizio fulminante con So Here We Are, Positive Tension e Banquet, una struggente This Modern Love a precedere quella che credevo sarebbe stata la canzone più conosciuta e cantata dal pubblico ovvero Like Eating Glass, battuta a sorpresa (mia) dalla conclusiva Pioneers, preceduta in chiusura dalla bellissima Tulips. I Bloc Party si divertono e danno prova di concretezza, si emozionano, senza togliere niente allo spettacolo, stupiscono ma non incantano.
(Emanuele Mancini)
-Scaletta-
So here we are
positive tension
banquet
blue light
she’s hearing voices
plans
luno
this modern love
like eating glass
little thoughts
helicopter
two more years
te price of gas
tulips
pioneers