Jennifer Gentle – Live @ Circolo degli Artisti 27-02-05

I Jennifer Gentle hanno letteralmente folgorato pubblico e stampa con Valende, un album ai limiti del reale, un mondo magico raccontato in musica, sotto l’egida della leggendaria etichetta Subpop. Con un ricco armamentario di strumenti, sono venuti a portarci un po’ della loro psichedelica magia sul palco del Circolo degli artisti a Roma. Dopo la buona esibizione dei Turpnike Glow, ecco davanti a noi i ragazzi padovani che hanno saputo conquistarsi fama e notorietà oltre i confini nazionali, portando nuove prospettive a coloro che credono con fiducia nelle potenzialità della musica indipendente italiana. Vintage, psichedelici, sbilenchi, folli, geniali ed ironici i Jennifer Gentle hanno fatto gridare al fenomeno, un fenomeno non di certo creato ad arte e frutto delle tendenze, ma reale, nato da un progetto musicale originale, solido e completo, che ha saputo mettere d’accordo tutti sull’altissima qualità dei loro lavori. Ascoltandoli dal vivo, si ha la sensazione che questa band appartenga ad un universo parallelo. Le loro canzoni, che dal vivo si vestono ancora di una maggiore fascino ed impatto, ti fanno dimenticare per un attimo dove sei, avvolgendoti nel loro spazio sonoro e giocoso. L’esibizione dei Jennifer Gentle diventa così un momento di alienazione collettiva dalle contingenze di questa realtà, un’immersione in generi e stili musicali che perdono connotazioni tecniche ed età biologica, tornano bambini e giocano ad rincorrersi l’un l’altro Tra pezzi acustici ed elettrici, i Jennifer Gentle rapiscono nel live, per la loro innata capacità di creare uno spettacolo in musica. E come in ogni spettacolo che si rispetti, nel gran finale, accade qualcosa che di punto in bianco rivoluziona nuovamente le sorti della serata. Come special guest, viene chiamato sul palco, il pittoresco Makoto Kawabata, leader degli Acid Mother Temple, band con cui i Jennifer Gentle ha collaborato in molteplici occasioni. L’ultimo brano è una scalata di 20 minuti verso il saluto finale della band, un estenuante e faticosa marcia, durante la quale forse un pò tutti, frastornati dal cataclisma sonoro, ci siamo distaccati con la mente cercando di fare nostro il bel ricordo di una grande band composta da artisti veri.

(M.C. – m_ela16@yahoo.it)