Le Tigre – Live at Rainbow, Milano 08/10/04

Questa recensione sull’unica data italiana de le Tigre è scritta da una fedele e affezionata fan. Non femminista. Per cui non sarà una sorpresa, se al “quanti erano e quali sono state le reazioni del pubblico” io risponda confusa. Completamente assorta con gli occhi ipnotizzati sul palco delle tre spettacolari newyorkesi, con o senza viventi attorno avrei raccontato le stesse cose. Alla carta, questo era uno dei live più attesi e da quel che mi hanno detto, al Rainbow si sudava da fermi per quanta gente c’era. Tra gay e lesbo-chic, qualche impalato che si credeva al live di Damien Rice e una schiera di addetti stampa, lo show è stato aperto da Miss Violetta Beauregarde, bolognese irriverente che con un punk-industrial convulsivo e fare animalesco, non lo ve lo manda certo a dire (”Questa canzone è dedicata alle fighe di legno, vedo che stasera ce ne sono tante”). Non si fanno attendere troppo le reginette del feminist punk electro: tutte sgargianti, aprono con Deceptacon, una perla dei dancefloor mondiali, tanto per ribadire ai presenti quel che di meglio sanno fare. Curiosamente, Kathleen Hanna non ruba affatto la scena a Johanna e JD, entrambe dotate di presenza visiva, trasversali qualità vocali e musicali (una con la chitarra l’altra con la tastiera). Affiatate e divertenti tra balletti-strappa allegria e video proiezioni (da scenografie pop a immagini sulle proteste pacifiste), incendiano con i brani del nuovo This Island: dalla collettiva e politica New Kicks alle distorsioni pop di TKO e On the Verge, per le vecchie On Guard, Well Well Well, Keep on livin’, l’invito a saltare è irresistibile. L’80s di Viz (cantata da JD) ”avvicina” e riscuote consensi, FYR fa contenti tutti (pure i ”Damien Rice”); ma la sorpresa arriva con un’originale cover delle Pointer Sister, I’m so excited, che almeno alla sottoscritta ha fatto tremare le ghiandole lacrimali. Tutt’altro che avare, lasciano nella grigia aria milanese energia primordiale e salutano con una sorridente Hot Topic: l’ultima traccia di un live “di classe” dal sapore rivoluzionario.
A.D.L (lessia3@interfree.it)