Curioso e singolare accostamento quello che vede protagonisti gli americani The Rapture e il collettivo scozzese dei Belle&Sebastian. L’evidente incongruenza tra il sound che caratterizza le due formazioni ha insinuato in molti il dubbio sul fatto di spendere o meno 22 euro per assistere ad uno show in cui una delle band più hot del momento avrebbe fatto da spalla ad una compagine che da qualche anno a questa parte frequenta spesso la capitale.
Comunque sia, al Centrale era presente un buon numero di spettatori: l’affezionata schiera di vecchi fan dell’ensemble di Glasgow, un nucleo più interessato alla nuova sensazione del punk funk e un discreto contingente di sostenitori dell’”headliner” meno “datati”.
Entrambi i live hanno patito i limiti di un’acustica dimessa che ne ha compromesso la completa espressione delle potenzialità . In particolare, i volumi bassi non hanno reso giustizia al suono della band americana, penalizzata inoltre dalla location “open space” non proprio adeguata alla performance di una formazione che probabilmente darebbe il meglio di sè nel contesto più raccolto del club. Ad ogni modo, The Rapture si è esibito con genuina disinvoltura e, nonostante i limiti, è stato in grado di coinvolgere i presenti eseguendo gran parte dei brani contenuti nel loro album di esordio “Echoes” ed una manciata di altri pezzi ad esso estranei. L’impatto della componente “groovy” si è espresso in maniera più convincente nelle tracce che si avvalgono dell’ausilio dei sintetizzatori mentre in quelle che si affidano alla sola sezione ritmica qualche decibel in più sarebbe stato d’aiuto.
Lo show dell’ensemble d’oltremanica è stato quello a cui siamo abituati da sempre. Le due voci dialogano educatamente con il pubblico, danzano e invitano a ballare sul palco gli spettatori, intonando i loro raffinati bozzetti pop. Viene presentato il loro ultimo lavoro “Dear catastrophe waitress”, riproposte alcune delle loro vecchie gemme intimiste (“She’s losing it”, “Get me away from here…”, “The boy with the…”), più alcuni deliziosi b-sides racchiusi nei loro EP. Il tutto allietando e coccolando i presenti per circa un’ora e mezzo trascorsa dai più con il consueto sorriso sulla bocca, tipico di chi si lascia conquistare dalla spontaneità e dalla pacatezza con cui gli scozzesi hanno viziato i loro fan.
Nicola Casalino (jimmythemod@libero.it)