The (International) Noise Conspiracy + Six By Seven + Yvonne – Live At Alpheus, Rome 11/03/02

A servire l’ aperitivo ci avevano pensato gli Yvonne, formazione svedese che intrattiene gli ospiti dell’Alpheus con un synthetico cocktail pop-rock che apre lo stomaco al discreto numero di spettatori presenti. Viene quindi la volta dell’ antipasto che viene preparato dagli inglesi Six By Seven che, benchè digiuni di un chitarrista, condiscono in maniera apprezzabile la portata con sonorità wave dai toni oscuri, sferzate chitarristiche che ammiccano allo shoegazer e cupe scie di tastiera. Ma i commensali attendevano con una certa ansia quello che doveva essere il piatto forte della serata. La pietanza viene annunciata da uno strambo individuo che, presentatosi con tanto di scooter, annuncia a torso nudo e a gran voce The ( International) Noise Conspiracy. Il collettivo svedese ‘assale’ il palco e comincia a far tremare le casse dell’ impianto. Emerge in maniera dirompente il ‘ way of live ‘ di una band che suona un rabbioso garage rock e che interpreta con vigore e disinvoltura la sua protesta contro l’ establishment. Una incalzante miscela di vintage sonoro capace di coniugare il punk rock degli anni ‘70 con il blues anni ‘60 riletto in ottica low-fi. Chitarre grezze, linee di basso pesanti sui cui vengono assestati pesanti colpi di batteria e su cui si posano l’eleganti spennellate di organo, sono gli ingredienti che forgiano un sound violentemente accattivante . L’esile cantante Dennis Lyxzén, corre forsennatamente da una parte all’ altra, salta, gioca con il microfono come fosse un lazzo, si contorce sensualmente e scandisce in modo energico l’esplicita vena ‘combat’ della band. Il pubblico è entusiasta e coinvolto da una performance che raggiunge l’apice quando, precedute da un simpatico e condiviso prologo che manda a farsi fottere una nota icona capitalista italiana, vengono intonate le note del loro hit “capitalism stole my verginity”. Dopo circa un’ ora, in cui vengono suonati gran parte dei pezzi del loro ultimo lavoro senza tralasciare qualche altro brano più datato, l’audience finisce di consumare l’appetitoso piatto leccandosi i baffi. La cena è servita…e con la pancia piena veniamo calorosamente congedati.

(Soul Driver – jimmythemod@libero.it)